«Ho sempre servito il territorio nel pieno rispetto della normativa e reputo, pertanto, le polemiche riguardanti l’esercizio delle mie prerogative, di presidente della Provincia e dell’Ata, come strumentali, inappropriate e ingenerose. Al riguardo ritengo doveroso fare alcune precisazioni. Non sono stato e non mi sento un “Presidente abusivo».
L’ex sindaco di Montegallo, sulla sua decadenza, ricorda che una nota dell’Upi (Unione Province italiane) del 30 settembre scorso precisava testualmente: “Il Governo ha condiviso e accolto, attraverso la presa d’atto della conferenza Stato – Città e Autonomie Locali il documento proposto da Upi, in particolare rispetto a due questioni essenziali. Le disposizioni vigenti prorogano tutti gli organi in carica, presidenti e consiglieri – anche qualora intervenisse la decadenza per cessazione del mandato da sindaco o consigliere comunale fino allo svolgimento delle elezioni provinciali.
Sempre la stessa nota chiosava: “Il presidente in carica è tenuto a convocare i comizi elettorali e resta in carica, insieme al Consiglio, fino allo svolgimento delle elezioni”.
«Solo il 21 ottobre – è ancora Sergio Fabiani che parla – ho appreso, con amarezza e sorpresa, come anche molti miei colleghi presidenti, della nota del Ministero dell’Interno che, in risposta ad uno specifico quesito, interpretava che quei presidenti di Provincia in scadenza nell’ultima tornata elettorale dovevano considerarsi decaduti. Appena preso atto di questa interpretazione mi sono immediatamente fatto da parte».
Non solo la decadenza inaspettata, ma anche attacchi sul suo ruolo nel Piano d’Ambito al centro delle dichiarazioni di Sergio Fabiani. L’invito dell’ex presidente, ai sindaci che lo hanno chiamato in causa, è quello di «non confondere l’Aato Idrico con l’Ata Rifiuti.
In base allo statuto dell’Aato Idrico, il suo presidente viene infatti nominato dall’assemblea mentre il presidente della Provincia è, per legge regionale, anche presidente dell’Ata Rifiuti.
Quindi, in base ad un decreto legge confermato dalla stessa nota Upi, ho proseguito l’incarico di presidente della Provincia e dell’Ata».
Ma non finisce qui per Fabiani: «Riguardo ai dubbi sollevati sulla legittima partecipazione al voto del Piano d’Ambito del Comune di San Benedetto, alla vigilia del ballottaggio, evidenzio che la partecipazione regolare all’assemblea è stata asseverata dello stesso Comune. Non era certo il sottoscritto, come presidente dell’Ata, competente a dare patenti di legittimità a chicchessia.
Sempre sul Piano d’ambito – continua Sergio Fabiani – ricordo che tale programmazione è l’esito di un iter avviato fin dal novembre 2019: all’epoca il percorso e la metodologia operativa, nonché le principali proposte oggi sul tavolo, sono state vagliate e votate all’unanimità dai componenti dell’assemblea compresi i Comuni di Castel di Lama, Castignano e Appignano del Tronto.
Oltre tutto, a sollecitare il Piano d’Ambito, è intervenuta una lettera del 12 maggio firmata dai sindaci rappresentanti il 48% delle quote d’assemblea.
Una sollecitazione pervenuta a tutti i sindaci anche dalla Regione Marche che ribadiva l’urgenza di proseguire nella definizione dell’iter di pianificazione.
Chiarito ciò, evidenzio che le singole linee operative erano state già tutte valutate in precedenza dal comitato di coordinamento e dall’assemblea e il Piano d’Ambito complessivo è stato adottato a larga maggioranza ad ottobre».
Chiarimenti poi anche sulla realizzazione di discariche, da parte di Sergio Fabiani: «Il Piano d’Ambito non autorizza nessuna realizzazione di nuovi impianti né di discariche, ma individua possibili soluzioni per la gestione dei rifiuti in considerazione delle direttive europee, nazionali e del vigente Piano Regionale sui rifiuti. Dico di più: il Piano rappresenta un’opportunità per il territorio di attingere ai fondi dei Pnrr, stanziati con i decreti e i bandi ministeriali emanati il 29 settembre.
Quindi se qualcuno, per qualsiasi motivo, vuole delegittimare il percorso svolto e perseguire misure che possano determinare il mancato accesso ai fondi europei, se ne assumerà personalmente la responsabilità di fronte ai cittadini.
L’Ata ha solo fatto la sua parte.
Ricordo altresì che il Piano d’Ambito è stato votato con il 71% delle quote dei sindaci: significa in termini matematici 3 sindaci su 4 favorevoli. Credo quindi che la democrazia debba essere sempre accettata di buon grado.
Mi si permetto – Fabiani prosegue – di fare un’ultima considerazione: il Piano d’Ambito cerca di migliorare la gestione degli impianti pubblici esistenti e di fare in modo che le tariffe diminuiscano nel tempo. Senza l’approvazione del Piano d’Ambito si rischia non solo di incorrere in sanzioni dell’Unione Europea ma di dover trasportare i rifiuti fuori regione con costi insostenibili per le famiglie e le imprese già provate in questo periodo di pandemia e post-terremoto.
Mi sentivo di chiarire tutto questo per dovere di trasparenza sull’attività svolta e perché, ribadisco, considero certe polemiche assolutamente pretestuose e fuori luogo. Ringrazio comunque di nuovo chi mi è stato vicino, in particolare le strutture della Provincia e dell’Ata e sottolineo che, con tutti, c’è stato sempre un confronto aperto e positivo.
Il mio impegno di questi anni come presidente della Provincia e dell’Ata è sempre stato quello di perseguire il benessere di tutti e 33 i Comuni del territorio. Peraltro, l’adozione del Piano d’Ambito non penso mi debba far dipingere come una sorta di “Attila dell’ambiente”, ma al contrario, costituiva uno dei compiti istituzionali affidatomi».
Sergio Fabiani, insomma, nel giro di pochissimi giorni, non è più il sindaco di Montegallo e nemmeno il presidente della Provincia di Ascoli.
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