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Chiusura della Murg, Giuseppina Petrelli:
«Si va a depotenziare il Pronto Soccorso»

SAN BENEDETTO - Il primario di Medicina e Chirurgia d'Accettazione e d'Urgenza del “Madonna del Soccorso” spiega le possibili conseguenze della decisione presa dalla direzione di Area Vasta 5. «I posti letto Obi non si potranno gestire bene se non c’è il medico dedicato, perché questo abbassa pericolosamente la qualità dell’assistenza creando problemi per il paziente e aumentando il rischio medico-legale per il medico»
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di Maria Nerina Galiè

La dottoressa Giuseppina Petrelli

Un duro colpo per l’ospedale “Madonna del Soccorso” di San Benedetto e per tutta la Sanità picena l’annunciata chiusura, seppure temporanea, della Murg. I 13 posti letto, parte integrante del Pronto Soccorso e della struttura che fa fronte alle emergenze e urgenze, non possono rimanere completamente attivi fino a che non si troveranno altri medici specializzati. Che dovrebbero arrivare dalla convenzione con una cooperativa che il direttore di Area Vasta 5, Cesare Milani, si sbrigherà a stipulare per garantire un servizio essenziale e di eccellenza per la popolazione.
Un decisione estrema che Milani è stato costretto a prendere: l’alternativa era uno “strappo”, fino alla convenzione, da parte dei medici di altri dipartimenti. Ma non c’è stata disponibilità.
All’unità operativa di Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza del “Madonna del Soccorso” lavorano 9 medici, più 3 con specialità chirurgica che non gestiscono casi complessi, più il primario, la dottoressa Giuseppina Petrelli.
L’organico è sotto dimensionato di 9 professionisti. E, non dimentichiamolo, siamo ancora in pandemia, dove il virus ha pesato parecchio sui reparti di emergenza e urgenza dell’ospedale rivierasco (la Murg ha gestito fino a pochi giorni fa pazienti positivi al Covid nella semi intensiva. Come era riportato nel report del Servizio Sanità regionale).
«Dobbiamo coprire, a rotazione, tre turni al giorno, di cui 2 al Pronto Soccorso, che ha ancora il doppio percorso per i sospetti Covid, ed uno alla Medicina d’Urgenza», spiega la dottoressa Petrelli.
Il problema è nato per l’impossibilità di coprire tutti i turni notturni con il personale a disposizione.
Ecco quindi la soluzione “drastica” che di fatto non toglie posti letto – l’osservazione breve intensiva dovrà essere garantita per un massimo di 48 ore – ma un medico a turno nel reparto che gestisce le emergenze e urgenza.

L’ingresso del Pronto Soccorso dell’ospedale di San Benedetto

«Al Pronto Soccorso – è sempre il primario che parla – ci sono le sale visita organizzate come un open space in cui pazienti, dopo una prima stabilizzazione, vengono gestiti in Medicina d’Urgenza che altro non è se non il terzo ambulatorio del Pronto Soccorso.

Qui ci sono sia letti Obi (osservazione breve intensiva, ndr) dove vengono trattati pazienti a bassa intensità (l’Obi è attiva da oltre 20 anni), sia letti di degenza ordinaria e di semintensiva, dove vengono trattati i pazienti instabili.

Tutti questi letti servono, inoltre, all’ospedale. Nel senso che sono utilizzati anche dai servizi privi di posti letto propri, come l’Oncologia e la Gastroenterologia – quest’ultimo è centro hub in Area Vasta 5 per le emorragie digestive – o a colmare le carenze di specialistiche come la Pneumologia e la Nefrologia.

Togliere il medico dalla medicina d’urgenza vuol dire depotenziare il Pronto Soccorso nella gestione degli Obi e della semintensiva».

Senza lasciarsi andare a commenti – del resto è ancora il nuovo assetto è ancora tutto da organizzare – le parole della dottoressa Petrelli fanno presagire uno scenario preoccupante per il periodo in cui la struttura verrà ridimensionata. Perché di questo si tratta, in quanto la Murg è parte integrante del percorso che accoglie i pazienti al Pronto Soccorso e li gestisce fino alla dimissione o al trasferimento.

«Di certo – afferma la direttrice di Medicina e Chirurgia d’Accettazione e d’Urgenza – si allungheranno i tempi di attesa al Pronto Soccorso. Alla fine dei conti, c’è un medico in meno a turno. 
I casi critici – aggiunge – avranno la precedenza ma rischieranno di restare in Pronto Soccorso se la Murg non funzionerà al 100%.

I posti letto Obi non si potranno gestire bene se non c’è il medico dedicato, perché questo abbassa pericolosamente la qualità dell’assistenza creando problemi per il paziente e aumentando il rischio “medicolegale” per il medico.

Non è la struttura che verrà ridimensionata, lo ribadisco, ma il Pronto Soccorso».

 

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