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Stop alla Murg di San Benedetto,
scendono in campo
Usb e Orgoglio Civico

SANITA' - Il grido del sindacato: «E' la fine della Sanità pubblica nel Piceno, ora e sempre resistenza». E quello del locale comitato: «Continuiamo ad avere fiducia nella giunta regionale, in questo caso del governatore Acquaroli e dell'assessore Saltamartini. San Benedetto è una città generosa e saprà reagire»
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L’ospedale “Madonna del Soccorso” di San Benedetto

 

L’annunciata chiusura temporanea del reparto Medicina d’Urgenza (Murg) all’ospedale “Madonna del Soccorso” di San Benedetto fa inevitabilmente scendere in campo il sindacato Usb-Sanità e il locale comitato “Orgoglio Civico”.

 

L’ingresso dell’ospedale di San Benedetto

USB-SANITA’

 

«Il grave e costante ridimensionamento dei servizi sanitari in Area Vasta 5 nei due plessi ospedalieri del Piceno, da anni svuotati di servizi reparti e personale, mette a repentaglio il diritto alla salute della popolazione del nostro territorio. Il governo regionale di centrodestra (ora, di centrosinistra prima), non ha posto negli ultimi dieci anni provvedimenti per scongiurare la chiusura di reparti di fondamentale importanza. Tutto ciò è inaccettabile, come la pandemia ha reso ancora più evidente.

Abbiamo più volte richiamato il direttore generale dei presidi ospedalieri e la direzione regionale a restituire centralità alla sanità pubblica picena, punita da scelte politiche sbagliate figlie di una vergognosa incapacità/politicizzazione a vantaggio della Sanità privata.

È di questi giorni la notizia della chiusura notturna della Medicina d’urgenza dell’Ospedale di San Benedetto del Tronto, che inoltre verrà chiusa “provvisoriamente” per un mese e alla riapertura avrà i turni notturni coperti dai medici di una cooperativa privata. L’ennesima beffa ai danni dei cittadini e dei lavoratori, il colpo di grazia a una sanità pubblica che nei due presidi è già privata di troppe professionalità. Inutili le scuse a “mezza bocca” dei dirigenti ai quali, come USB, avevamo gridato, inascoltati, la necessità di assunzioni stabili di personale infermieristico, Oss e medico. Questi sono i risultati nefasti della inerzia e dell’incapacità di garantire i servizi e la salute pubblica.

Basta appalti. Non ve lo permetteremo e ci batteremo per una Sanità pubblica di qualità. Così come fatto quando, primi e unici, chiedevamo la riapertura dei reparti di Ascoli e San Benedetto chiusi per pandemia. Risultato in parte ottenuto da alcune riaperture, ma mancano ancora il Day Hospital di Psichiatria e l’attivazione dei posti letto covid palazzina B. Abbiamo manifestato la nostra rabbia di fronte all’ospedale di Ascoli il primo ottobre, unico sindacato, mentre altri restavano a guardare per non… disturbare.

Abbiamo più volte rappresentato che il personale sanitario e medico, nonostante lo straordinario impegno, soffre le inaccettabili carenze che mettono a repentaglio la sicurezza di cittadini e lavoratori. E nonostante abbiano garantito assistenza in piena pandemia e in precarie condizioni, nulla o poco hanno ricevuto.

Premialità covid, chi l’ha vista? Troppe volte abbiamo richiamato, non solo con la mobilitazione e lo sciopero dell’11 ottobre, i responsabili della Sanità pubblica a interventi concreti sia per i lavoratori che per i fruitori della Sanità pubblica. Troppe volte abbiamo assistito a inerzie non più tollerabili. Il virus non ha proprio insegnato niente.

Chiediamo al presidente della Regione Marche Acquaroli e all’assessore regionale alla Sanità Saltamartini assunzioni stabili, personale del comparto e medici per coprire le gravi carenze di Area Vasta 5, da reperire da graduatorie di concorsi come infermieri, Oss ecc, da graduatorie mobilità Asur ed extra Asur. Posizione ribadita con forza nella discussione dell’odg del 27 ottobre, che abbiamo contestato perché riguardante solo due realtà – Laboratorio analisi di Ascoli e Murg di San Benedetto – mentre le carenze sono generalizzate in tutte le UO e settori. Su questo abbiamo chiesto un piano occupazionale straordinario e assunzioni stabili per aumentare i medici nei reparti a rischio chiusura e garantire il diritto alla salute nella provincia di Ascoli. Saremo sempre al fianco dei lavoratori, a difesa della Sanità pubblica, e invitiamo tutti i sindaci del Piceno, partiti, associazioni e cittadini a fare altrettanto».

L’ingresso del Pronto Soccorso di San Benedetto

ORGOGLIO CIVICO

«Il duro colpo inferto al Pronto Soccorso e a Medicina d’Urgenza del “Madonna del Soccorso” rappresenta la punta di un iceberg. Celermente occorre portare sui tavoli istituzionali i problemi dell’immediatezza e di prospettiva a breve termine. La disattenzione sulla Medicina d’Urgenza, se non corretta, produrrà effetti negativi sulla collettività. Vogliamo difendere la capacità professionale del “Madonna del Soccorso”, probabilmente non considerata come valore aggiunto ma da soffocare. E’ la visione generale sul Madonna del Soccorso a preoccuparci perché oltre al Pronto Soccorso e Medicina d’Urgenza si somma anche l’annoso problema della radiologia con a capo una risonanza magnetica vecchia e rotta.

Non ultimo il pressing sulla Pediatria dove continuiamo a chiedere il riconoscimento del primario, unico modo per ritrovare luce in fondo al tunnel. La necessità di un primario lo chiedono i numeri dei ricoveri, delle nascite e delle prestazioni. Dobbiamo essere fieri se le mamme scelgono Ostetricia-Ginecologia e Pediatria del “Madonna del Soccorso”, ma occorre sostenerla con fiducia. Il famoso atteso ed annunciato rientro del reparto Otorino a San Benedetto non ha mai visto il compimento.

Si è persa la determinazione di procedere per obiettivi. Il bene dei pazienti deve prevalere, senza essere sopraffatti dalla perdita di tempo. Se il paziente perde, perdiamo tutti. Ma noi continuiamo ad avere fiducia nella giunta regionale, nel governatore Acquaroli e nell’assessore Saltamartini. San Benedetto è una città generosa e saprà reagire».

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