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Scarlet, mood pop che coinvolge
Arriva il singolo denuncia
“Ad alta voce”:
«Donne, non smettete di lottare»

MUSICA - La giovane cantautrice nata a Roma ma cresciuta ad Ascoli è pronta a tornare con un nuovo brano dopo il doppio felice esordio di "Coffee Bar" e "Discodrama": «Scrivo per parlare della vita di tutti, la musica è un ponte che può entrare nelle coscienze e nei cuori delle persone»
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di Luca Capponi 

 

Sound accattivante, mood pop che colpisce, testi semplici ma non banali, voce che si ficca in testa e un gran bel tiro: arriva dagli anni ’80. O forse no. Lei si chiama Scarlet Deange.

È nata a Roma ma ha passato infanzia ed adolescenza ad Ascoli, dove ha frequentato l’istituto d’arte “Licini”. Venticinque anni e due singoli promettenti all’attivo, “Coffee Bar” e “Discodrama”, che presto avranno successori. Quello più imminente, “Ad alta voce“, uscirà a giorni. Parla di una tematica dolorosa che è la stessa Scarlet a raccontare.

Scarlet Deange

«Ho scritto questo brano durante un momento in cui dovevo stringere i denti di fronte a situazioni disparitarie, poi sentivo sui telegiornali di almeno un femminicidio al giorno -racconta la giovane cantautrice-. Prima che essere una cantante sono una giovane mamma, e io stessa non mi sento sufficientemente tutelata e protetta in questo paese. Sembra che essere categorie deboli, donne e madri, significhi accettare di soccombere e rimanere in silenzio. Ma se in famiglia sono presenti abusi? Come ci si deve comportare, chi ci può aiutare se non l’Istituzione? Ne ho sentite di storie negli ultimi anni, e trovo che non viene data giustizia a queste donne che hanno avuto solo la colpa di avere amato la persona sbagliata. Invito le donne e le ragazze madri a lottare sempre per i propri diritti e per difendere la dignità che nessuno, nemmeno il più ricco e il più forte, potrà mai toglierci».

«Nulla giustifica una violenza, soprattutto verso coloro che ci hanno donato la vita, nutriti e amato con il linguaggio della grazia e della purezza -continua-. Le donne sono anche madri e amorevoli creature dedite al sacrificio».

Le idee (non solo musicali) di Scarlet Deange sono chiare. E sembra davvero un bene.

«Scrivo non solo per parlare della mia vita, ma per parlare della vita di tutti, la musica è un ponte che può entrare nelle coscienze e nei cuori delle persone -puntualizza-. Non ho avuto una vita facile, la mia musica è un modo per donare me stessa agli altri».

Attualmente sta girando un videoclip proprio a Roma. Una delle sue due città del cuore, insieme appunto alle cento torri, dove tra le altre cose ha affinato la sua preparazione musicale.

«Ho iniziato a suonare pianoforte a 11 anni e mi sono avvicinata alla musica grazie a mia nonna e a mio padre che mi facevano ascoltare vinili che a me piacevano tanto; Beatles, Battiato e Fabrizio De André -dice-. Ho studiato anche chitarra elettrica da adolescente, e batteria con l’insegnante  Filippo Amatucci. Ho studiato molti strumenti perché già a 13 anni scrivevo canzoni e volevo essere in grado di farlo bene avendo la padronanza di tutta la musica».

«Il primo singolo “Coffee Bar” l’ho composto in pieno lockdown -va avanti Scarlet-. È una proiezione mentale in un’epoca storica mai vissuta. Una riflessione introspettiva, pensieri ed aspettative deluse di un incontro, il tutto in chiave puramente ironica alla Rino Gaetano. Al primo ascolto sembra venir catapultati in un piano bar degli anni ’50. “Discodrama”, invece, è stato il singolo più ascoltato ed apprezzato dagli addetti ai lavori: in questo caso vado a toccare sound e mood tipicamente anni ’80, si può definire un vero e proprio inno della generazione Z».

Infine, la curiosità sul nome d’arte scelto è d’obbligo. E conferma quanto la vita, e con essa l’arte, siano spesso questione di legami.

«Scarlet Deange è una dedica a mia nonna, che mi ha cresciuta e avvicinata alla musica –conclude-. Scarlet infatti è il nome della protagonista di “Via col vento“, era il suo film preferito».


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