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Uscita dal Consiglio comunale,
l’opposizione spiega le ragioni

ASCOLI - Tamburri, Speri, Nardini, Frenquellucci, Procaccini e Ameli, che hanno lasciato la seduta del 4 novembre, prima del conferimento delle onorificenze, rispondono alla maggioranza. Poi l'attacco diretto al sindaco Fioravanti: «Non perde occasione per mancare di rispetto verso i rappresentanti delle opposizioni. Generando un clima avverso alla collaborazione»
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I consiglieri comunali di minoranza

 

Continua a far discutere l’episodio accaduto ieri, 4 novembre, in seno al Consiglio comunale di Ascoli: quando i consiglieri di opposizione – Tamburri, Speri, Nardini, Frenquellucci, Procaccini e Ameli – hanno lasciato la sala della Regione, nel momento in cui si doveva procedere a conferire una cittadinanza onoraria e tre benemerenze.

Dopo il commento della maggioranza, stavolta a scendere il campo, sono gli stessi consiglieri che, in una nota, spiegano le ragioni del gesto e, nello stesso tempo, denunciano «un comportamento del sindaco, che – a loro avviso – non perde occasione per mancare di rispetto verso i rappresentanti delle opposizioni».

Ma Massimo Tamburri, Massimo Speri, Emidio Nardini, Pietro Frenquellucci, Angelo Procaccini e Francesco Ameli precisano anche che, tra coloro che sono usciti prima, c’era anche Piero Celani, non elencato nella dichiarazione di oggi, 5 novembre, dei consiglieri di maggioranza a commento di quanto accaduto: «Omissione che avrebbe potuto offuscare la correttezza della assolutamente parziale ricostruzione dei fatti?», si domandano i rappresentanti della minoranza consiliare.

Ecco il documento integrale dei consiglieri di opposizione: «Stupisce quanto detto, nella nota stampa, dai colleghi consiglieri sulla questione dell’uscita dei consiglieri di minoranza dal Consiglio comunale del 4 novembre.
E’ proprio da quanto scrivono (compreso il voto favorevole in commissione) che si evince che non c’è, e non è stato espresso, nessun giudizio sulle persone, sicuramente eccellenti servitori dello stato a cui va tutta la nostra stima e per i quali ci dispiace che siano stati coinvolti in una discussione che fondamentalmente non riguarda né loro, né il loro operato.

Tutto questo espresso chiaramente nelle dichiarazioni nella seduta consiliare.
Il comunicato contiene anche una omissione perché nell’elenco dei consiglieri usciti prima della votazione dovrebbe essere inserito anche il consigliere Celani. Omissione che avrebbe potuto offuscare la correttezza della assolutamente parziale ricostruzione dei fatti?

La nostra decisione è frutto invece di una riflessione politica e di un giudizio fortemente negativo:

sul metodo di attribuzione delle onorificenze, che dovrebbero premiare comportamenti esemplari ed eccezionali e che invece, coerentemente con la pratica “politica” del sindaco, diventano sistematiche operazione di facciata di natura prettamente politica (quella stessa “politica” da cui Fioravanti ha esortato più volte i cittadini a stare in guardia) che ne svilisce il senso profondo e il valore.

Sul comportamento del sindaco, che non perde occasione per mancare di rispetto verso i rappresentanti delle opposizioni, dimostrando scarsa maturità politica e zero responsabilità istituzionale. Generando un clima avverso alla collaborazione, necessaria al bene della città, necessaria adesso più che mai in questo momento così difficile. Scarso rispetto e scarsa attenzione verso la minoranza, confermati dal comunicato dei consiglieri di maggioranza che evidenzia ancora una volta, se ce ne fosse stato bisogno, una cronica deficitaria volontà di ascolto. Viene operata una sistematica volontà di “non  ascolto”, mistificazione e marginalizzazione delle opposizioni e di qualsiasi altra voce   anche solo minimamente fuori dal coro.

Va inoltre sottolineato che, anche nel Consiglio comunale del 4 novembre, il sindaco continua a ripetere ricostruzioni parziali che tralasciano volutamente importanti passaggi tecnici, politici e istituzionali su vari temi, a partire dal piano per i rifiuti, e si tratta di un altro comportamento che rende pressoché impossibile un confronto corretto e civile. Siamo molto preoccupati per il futuro di Ascoli».

 


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