Confindustria Centro Adriatico ai titoli di coda.
E la scissione si appresta a vivere il suo ultimo atto.
Ieri, 5 novembre, gli industriali del Fermano e dell’Ascolano, dopo le frizioni, gli addii, le critiche al vetriolo dei mesi scorsi, si sono riuniti rispettivamente con la Uif e con Assindustria Ascoli, per fare il punto, giusto per usare un eufemismo, sulla volontà ormai evidente, lapalissiana, di tornare all’assetto pre Centro Adriatico.
Insomma tornare ad essere due entità industriali separate. Due realtà completamente autonome e indipendenti.
Bocche cucite da parte degli industriali ma stando ad alcuni rumors sembra proprio che, come era prevedibile, entrambe le assemblee si siano espresse, oltretutto a larga maggioranza, per la scissione: Fermo da Ascoli, Ascoli da Fermo.
E dunque l’esperienza di Confindustria Centro Adriatico sembra proprio arrivata al canto del cigno.
L’ultimo tassello di una storia travagliata si scriverà, comunque, il prossimo 12 novembre quando si terrà l’assemblea straordinaria del Centro Adriatico.
E lì basterà raggiungere il quorum per porre la parola fine sull’esperimento che ha riunito le due province delle Marche del sud, un esperimento fallimentare con gli industriali fermani e ascolani pronti a chiedere ai vertici Confindustria nazionale l’autorizzazione a tornare allo status quo ante, ossia due sigle ben distinte. E sembra proprio di capire, almeno ai blocchi di partenza, distanti.
g.f.
Confindustria nazionale blocca l’espulsione di Santori e Luciani
Confindustria Centro Adriatico, se ne va anche Valentino Fenni
Confindustria Centro Adriatico, Cesaroni: «Anacronistico discutere dell’orticello di casa»
Per poter lasciare o votare un commento devi essere registrato.
Effettua l'accesso oppure registrati