di Maria Nerina Galiè
E’ ancora fuori uso la macchina per la Risonanza magnetica dell’ospedale “Madonna del Soccorso” di San Benedetto, distrutta da un incidente che poteva avere risvolti tragici, ma per fortuna i danni sono stati solo materiali. Restano però da affrontare i disagi, che il mancato funzionamento sta creando a cittadini e personale sanitario, costretto quest’ultim a fare avanti e indietro tra la Riviera ed il “Mazzoni” di Ascoli, per sottoporre i ricoverati all’esame diagnostico, ed a lavorare con orari più compressi.
Il macchinario per la Risonanza magnetica del reparto Radiologia dell’ospedale sambenettese, che comunque era destinato ad essere sostituito a breve – ma non subito – con uno nuovo, è stata colpito da una bombola di ossigeno, portata per errore nella stanza che lo ospita. Dotata di un potente magnete, la macchina ha attratto violentemente la bombola, strappandola dalla mani di un infermiere. Solo per miracolo, nel tragitto, il pesante presidio non ha investito una delle tre persone presenti, in quel momento, nella stanza.
Il problema, fin da subito, è stato quello di trovare soluzioni per non interrompere il prezioso servizio, per il quale oltretutto le liste di attesa sono lunghissime. E capire quale fosse la strada migliore, da un punto di vista economico e di tempo.
«La procedura per il nuovo acquisto era stata avviata prima dell’incidente – ricorda il dottor Carlo Marinucci, direttore della Radiologia dell’Area Vasta 5 – ora stiamo accelerando. Nel frattempo abbiamo raccolto due preventivi dalla ditta incaricata per la riparazione. Uno dei due ci sembra il migliore sotto tutti gli aspetti e lo stiamo valutando insieme con l’Asur».
Ma intanto come fate a gestire la necessità di effettuare gli esami diagnostici di Risonanza magnetica?
«A fatica – afferma il primario – ma stiamo andando avanti. In parte, e laddove è possibile, utilizziamo un altro macchinario più piccolo a disposizione della Radiologia di San Benedetto. Oppure trasportiamo i pazienti ricoverati al “Mazzoni” di Ascoli».
Che però è già pieno di appuntamenti.
«Sì, ma in questo momento – sottolinea il dottor Marinucci – dobbiamo tener conto delle priorità: i ricoverati e i casi urgenti».
Per smaltire gli esami, avete aggiunto turni di lavoro?
«Questo non è possibile. Abbiamo invece aumentato il numero di esami da effettuare ad ogni turno».
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