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Presidente della Provincia,
le grandi manovre

INTERVENTO di Riccardo Treggiari, ex sindaco di Amandola, che lancia una proposta provocatoria: facciamone una nuova, unica. Il nome? Ascoli-Fermo-Sibillini. La sede? Che sia virtuale, simbolicamente in un piccolo Comune collinare o montano
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Palazzo San Filippo, sede della Provincia

 

di Riccardo Treggiari

(ex sindaco di Amandola)

 

Grandi manovre in corso per conquistare la poltrona di presidente provinciale. Facciamo una proposta provocatoria che renda proficuo lo stucchevole teatrino al quale dobbiamo assistere: una nuova provincia che abbia…voce per cantare. Premetto che così, monca, abbandonata nel limbo dalla riforma del Governo Renzi, la Provincia è ridotta ad Ente pressoché inutile. Le uniche funzioni residue sono la viabilità e le scuole di secondo grado, peraltro svolte con enormi difficoltà per insufficienza di risorse economiche e personale dedicato.

Riccardo Treggiari

Ad onor del vero, al netto di un mero esercizio di controllo politico del territorio, la poltrona di cui si parla, da occupare a titolo gratuito, non era granché appetibile, poi, il Pd, nella finanziaria 2020, ha fatto sì che, giusto o no, il presidente fosse retribuito con lo stesso appannaggio spettante al sindaco della città capoluogo. Le relative elezioni sono di secondo grado, votano cioè solamente sindaci e consiglieri comunali, escludendo del tutto la popolazione. In questo surrogato di esercizio democratico, le decisioni vengono prese dalle segreterie di partito e dai soliti amici noti, nel chiuso delle quattro mura domestiche. E’ facile capire che la cosa comporta uno svilimento dell’Istituzione e un disinteresse della popolazione al punto che, se interrogati sul nome del presidente che li governa, i cittadini, in maggioranza, non sono in grado di rispondere al quesito.

A questa serie di problemi, si aggiunge, in casa nostra, lo scarso potere contrattuale politico di due province francobollo, quali sono quella di Fermo e quella di Ascoli. Considerato poi che fermani ed ascolani, in fatto di possibile convivenza, hanno superato il punto di non ritorno, si presenta la possibilità concreta, per tutta la fascia dei Comuni delle due province a ridosso dei Sibillini, da Arquata ad Amandola, di giocare un ruolo importante per creare qualcosa di nuovo, giustificato dal fatto che, territorialmente, rappresentano almeno un terzo delle rispettive superfici provinciali.

Proponiamo di tornare ad un’unica provincia, formata da tre distinti comprensori, destinatari ognuno di fondi assegnati vincolati, da denominare Ascoli-Fermo-Sibillini. La sede? Può essere virtuale ed individuata in un piccolo Comune, meglio se collinare o montano.

 


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