di Maria Nerina Galiè
Tornano in classe i piccoli alunni di Roccafluvione, dopo lo stop forzato, ma necessario per rispondere efficacemente al focolaio Covid che si è sviluppato la scorsa settimana. Nessun taglio del nastro, «non è il tempo di pensarci adesso» è il commento del sindaco Francesco Leoni: la primaria ha inaugurato l’edificio, oggetto dei lavori di adeguamento sismico, appena terminati relativamente al piano delle aule.
«Già prima che si sviluppassero i contagi – spiega il primo cittadino – avevamo deciso di riportare i ragazzi nella scuola ormai pronta, e di farlo i primi di novembre. C’è il collaudo parziale della struttura, pertanto ho potuto fare l’ordinanza per riaccogliere gli alunni. Sono ancora terminare la palestra e qualche altro ambiente».
Poi il focolaio ha allungato la chiusura di un 1 giorno che serviva per il trasloco.
I lavori di adeguamento sismico delle scuole di Roccafluvione sono iniziati più di due anni fa, «gradualmente, per non interferire con il normale andamento delle lezioni – ricorda Leoni -. L’edificio che ospita l’Infanzia è già stato adeguato, in quello delle medie, nel quale erano stati appoggiate le elementari durante i lavori, sono già state fatte opere esterne. A breve si procederà anche lì con il rinnovo secondo le nuove norme anti sismiche».
Una sola, al momento, la classe in quarantena a Roccafluvione e proprio quella delle elementari dove si contano 15 positivi, su 18 alunni, ed un’insegnante. Ci sono poi alunni in dad perché contatti stretti dei contagiati.
Ad oggi, secondo il report del Servizio Sanità regionale, sono 36 le persone positive al Covid a Roccafluvione e 76 le quarantene. Il 13 novembre il Dipartimento di prevenzione ha disposto tamponi di controllo.
«Si tratta – specifica il sindaco – di persone collegate con il cluster della scuola. Fratelli, genitori ed anche un nonno ora, degli studenti risultati positivi. E, gli adulti coinvolti fino ad ora sono tutti vaccinati. Nessuno al momento manifesta sintomi preoccupanti. Lo scorso anno, di questi tempi, avevamo meno contagi. Eppure abbiamo pianto i morti. Ora è diverso con il vaccino».
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