No a nuove restrizioni per i no vax o a un green pass rinforzato. Lo ha dichiarato il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, ancora in isolamento dopo la positività dell’assessore Guido Castelli, a “SkyTg24” poco prima del vertice delle Regioni per decidere ulteriori misure per affrontare questa quarta ondata della pandemia da covid.
«Anche se il contagio ha ripreso a correre siamo in una fase diversa dallo scorso anno – ha spiegato il governatore che ha anche ribadito la sua posizione di contrarietà sul green pass, nonostante il primo e il secondo green pass – ha aggiunto – non stiamo vedendo un aumento sconvolgente delle vaccinazioni».
Ulteriori misure restrittive, secondo Acquaroli rischierebbero di creare «altre tensioni e divisioni tra chi è vaccinato e chi non lo è. Dovremmo anche dire che – ha aggiunto – tra chi non è vaccinato c’è chi no lo è per scelta e chi non lo è perché non può vaccinarsi. Andremmo ad innescare un meccanismo pericolosissimo che in questo momento non credo sia utile, lo ritengo sin dall’inizio della discussione sul green pass. La fase che stiamo vivendo – ha ribadito – è completamente diversa da quello dello scorso anno, anche se c’è una recrudescenza del virus, questa ondata che sta tornando. Lo scorso anno avevamo bar e ristoranti chiusi, la Dad, teatri, cinema e strutture sportive chiuse, era impossibile avere qualunque tipo di socialità e nonostante tutto avevamo nelle Marche 400-500 contagi giornalieri, le terapie intensive stracolme e così l’area medica».
Sull’effetto green pass, «non c’è stato l’aumento delle vaccinazioni che si poteva aspettare: a fine luglio il 70% dei marchigiani aveva ricevuto la prima dose, ora l’85%, ma tante di queste persone lo avrebbero fatto comunque. Invece di ulteriori restrizioni – ha proseguito Acquaroli – vedo troppa gente senza mascherina, troppa gente che sta abbassando la guardia. Prima di fare ulteriori restrizioni – ha insistito – bisogna intervenire sul trasporto pubblico locale, efficientare il sistema di ventilazione meccanica che abbiamo adottato per le scuole, una serie di accortezze che non creino discriminazioni e che facciano sì che questa pandemia la superiamo uniti e compatti e non divisi».
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