di Maria Nerina Galiè
E’ preoccupato Cesare Milani, direttore generale dell’Area Vasta 5, per il rialzo dei contagi che sta colpendo il Piceno ormai da una settima. E non ha dubbi: l’arma è il vaccino. Anche per tenere sotto controllo le richieste di ospedalizzazione.
Da lunedì prossimo, al via la prenotazione per la terza dose per over 40, caregiver e fragili a prescindere dall’età. Si stanno riattivano le linee, rimaste in poche da agosto, nei punti vaccinali per la popolazione.
«Occasione che potrebbe essere colta anche da coloro che ancora non hanno fatto nemmeno la prima dose», sono le parole di Milani che suonano più come un rinnovato appello alla cittadinanza.
«La terza dose va fatta prima possibile – rimarca, facendo eco all’assessore regionale Filippo Saltamartini e alla linea giuda nazionale che ha anticipato la data, prevista in precedenza per l’1 dicembre – non c’è da aspettare, il virus corre veloce».
«Corre veloce soprattutto nelle scuole in questo momento», ha sottolineato il dottor Claudio Angelini, Servizio igiene e sanità pubblica dell’Area Vasta 5, che con la sua equipe sta tornando ai carichi di lavoro dei peggiori tempi della pandemia.
Aumento di casi Covid, quindi dell’attività di contact tracing , con il Dipartimento di prevenzione «ormai al limite per quanto riguarda mole e orari di lavoro», affermano ad una sola voce sia Milani che Angelini.
«Angelini – evidenzia Milani – come al solito sta facendo un lavoro enorme e molto importante per intercettare i contagiati e metterli in isolamento prima possibile, arginando così la diffusione».
Ma anche qui, c’è il rischio di «sopraffazione», per dirla con le parole del direttore del Sisp, a causa della carenza di personale. Il problema non riguarda solo l’Area Vasta 5, tanto che l’Asur Marche proprio oggi, 18 novembre, ha emanato un avviso pubblico – che rimarrà valido per tutta la durata dell’emergenza – per reclutare medici di rinforzo alla squadra di vaccinatori e dei Dipartimenti di prevenzione proprio per il contact tracing.
Meno allarmante, sempre per il momento perché con il Covid – si sa – non si può mai abbassare la guardia, la situazione dei ricoveri.
«Ancora – è Milani che parla – riusciamo a gestire le richieste di ospedalizzazione che arrivano. La Rianimazione Covid di San Benedetto ha tre pazienti. Assorbe anche la rete regionale, in caso di bisogni.
Al Pronto Soccorso del “Mazzoni” è rimasta una sola persona non in gravi condizioni. Sarà ricoverata in un reparto Covid appropriato, sempre della rete regionale, non appena ci sarà un posto libero.
C’era un altro paziente, ricoverato da una settimana circa, ma ora si è negativizzato quindi è stato trasferito. E’ stato curato con la terapia degli anticorpi monoclonali».
C’è la possibilità di riaprire la Pneumo Covid ad Ascoli.
«C’è sempre, perché lo prevede il piano regionale per le emergenze. Se e quando l’Asur ci darà questa indicazione, ci troverà pronti».
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