di Maria Nerina Galiè
Castignano ed un primato marchigiano a cui il sindaco Fabio Polini avrebbe rinunciato volentieri. Primi per numero di positivi al Covid, in rapporto al numero degli abitanti: 75 (secondo il Report regionale, ma almeno 86 dai dati in mano al sindaco) su 2.684 residenti.
Un contagio che sembra fuori controllo in un paese «spettrale, dove nessuno esce di casa e si vive nell’apprensione», sono le parole di Polini.
Il primo cittadino è preoccupato, ma anche scoraggiato: «Sono l’autorità locale preposta alla salute pubblica, eppure ho le mani legate. Non posso togliere la libertà ai cittadini o fare un’azione drastica per arginare la diffusione del virus».
Non si sa bene da dove sia partito il contagio, «da zero a 3 la scorsa settimana. Tre persone di ritorno da Madjugorje che però escono pochissimo di casa e frequentano poche persone. Quindi è difficile che siano state loro a far scoppiare il focolaio. Via via se ne sono aggiunti altri ed ora siamo a 86 positivi».
Undici in più, oggi 20 novembre, rispetto a quelli registrati, ormai in tempo reale dal Servizio sanità regionale.
«Sono quelli risultati positivi al rapido, che però devono avere la conferma con il molecolare».
Quindi un doppio tampone.
«Sì ed è assurdo. Una perdita di tempo, per il Dipartimento di prevenzione già sovraccarico di lavoro in questo periodo, perché i risultati del test rapido e del molecolare hanno coinciso fino ad ora».
E qual è, secondo lei sindaco, la peggiore conseguenza di questo sistema?
«Solo dopo il tampone molecolare di conferma, i positivi vengono inseriti nel report regionale e, soprattutto, scatta la quarantena per i contatti stretti, che nel frattempo possono girare tranquillamente. Se un cittadino sa di essere positivo al rapido, avvisa le persone con cui è stato in contatto. Ma non è uguale all’obbligo di quarantena».
Pensa di adottare qualche provvedimento drastico?
«Trascorro le giornate al telefono – afferma il sindaco Polini – intanto con i positivi, per sapere come stanno ed essere loro vicino. Ma anche con il Dipartimento di prevenzione e ieri con la Prefettura. Con tali numeri Castignano deve essere maggiormente attenzionata dalle autorità sovracomunali».
In che modo?
«Aspetto una risposta dal prefetto, per sapere il da farsi. Ho chiesto all’Area Vasta 5 di effettuare uno screening su tutta la popolazione. E’ possibile che ci siano asintomatici positivi che vanno al lavoro, anche fuori comune, o che frequentano negozi e bar. Il Comune non può farlo ora, come avvenuto in passato quando avevamo a disposizione le risorse Covid».
Il sindaco ha chiuso la scuola per qualche giorno.
«Il Dipartimento di prevenzione, poi, ha riaperto due classi, ma molti genitori hanno paura. Non posso fermare le partite di calcio del campionato eccellenza. Ma grazie Protezione Civile, Carabinieri e Croce Rossa, abbiamo fatto dei cordoli per separare le tifoserie, e controllare green pass, mascherina e distanziamento.
Per quanto riguarda le attività – continua Polini – non posso chiuderle io. Due hanno scelto di farlo di loro iniziativa. I ristori, altrimenti, da dove arriveranno per queste persone costrette a perdere giorni di lavoro? Ai gestori dei pubblici esercizi posso consigliare, ma non obbligare, di utilizzare solo piatti e bicchieri monouso, che per di più costano. Chi li paga?».
La buona notizia arriva invece, per il momento, dalle condizioni dei positivi.
«Stanno tutti abbastanza bene. E consideriamo che i primi gruppi di positivi sono stati i cittadini di oltre 65 anni, che si incontrano al pomeriggio, magari per una partita a carte. Nessuno, a quanto mi risulta fino ad ora, è ricoverato. Se non ci fosse stato il vaccino, l’80% della popolazione ha la copertura, ora stavamo qui a raccontare un’altra storia.
Però, se il numero dei contagi continua a cresce così, non possiamo prevedere cosa accadrà».
Sindaco lei ha fatto il tampone?
«Li faccio ogni due o tre giorni, perché sono sempre a contatto con le persone. E sono vaccinato. Appena possibile farò la terza dose».
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