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Ferrovia Salaria,
il Governo dica finalmente sì
Appello da Marche e Lazio
Il sindaco Fioravanti: «Treno a idrogeno»

ASCOLI - Un'affollata Sala della Ragione ha ospitati gli "Stati generali" per promuovere l'ambizioso progetto. Tra i presenti, di sindaci del Piceno e del Lazio, parlamentari (il senatore Fede e l’onorevole Albano), rappresentanti di Regione Marche (Antonini e Castelli) e Lazio (Pirozzi), oltre ad altri amministratori locali, Ordini professionali e associazioni. Unità d'intenti massima e strada ancora lunga, ma sembra la volta buona
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di Franco De Marco

 

Se fra un po’ (speriamo) di anni sarà possibile andare in treno da San Benedetto del Tronto a Roma Tiburtina, passando per  Ascoli, Amatrice, Antrodoco, Rieti, Osteria Nuova e Fara Sabina (Passo Corese), bisognerà ringraziare soprattutto due persone: il professor Gaetano Rinaldi presidente della sezione di Ascoli di “Italia Nostra”, che con tenacia ha tenuto viva la fiammella di questo progetto anche quando quasi tutti lo consideravano impossibile, e l’architetto Guido Benigni che, mettendosi a capo del Coordinamento Ferrovia Salaria, con competenza e intraprendenza  giovanile, hanno convinto tutti,  istituzioni incerte in un primo momento, sull’assoluta opportunità di realizzare questa opera.

Antonini, Fioravanti e il sindaco di San Benedetto Spazzafumo

In un’affollata (cosa rara di questi tempi) assemblea nella Sala della Ragione, nella mattina di venerdì 26 novembre, alla presenza di sindaci del Piceno e del Lazio, di parlamentari (il senatore  Giorgio Fede del M5S e l’onorevole Lucia Albano di FdI), rappresentanti della Regione Marche (Andrea Antonini sul posto e Guido Castelli da remoto) e del Lazio (Sergio Pirozzi), altri amministratori locali, Ordini professionali e rappresentanti di associazioni varie comprese quelle degli studenti della Scuola di Architettura e Design e delle superiori, è stato in pratica sancita una comune unità di intenti: spingere Governo e soprattutto RFI (Rete Ferroviaria Italiana) ad approvare subito il progetto di fattibilità (o addirittura il progetto esecutivo) per la Ferrovia Salaria.

Alcuni atti parlamentari ci sono, a cominciare dai soldi (parte dei 40 milioni) stanziati per l’elaborazione di documenti tecnici. Parliamoci chiaro: la strada è ancora lunga ma almeno la volontà dei territori è chiara. Dopo 128 anni di attesa dovrebbe essere giunta la volta buona. «Nella prossima settimana -annuncia il consigliere regionale Andrea Antonini – la Regione avrà un incontro con RFI per illustrare, e chiedere i progetti di fattibilità, di due opere ferroviarie ritenute strategiche: la Ferrovia dei due Mari (ma ora il titolo condiviso è Ferrovia Salaria, ndr) e la Fano-Urbino».

Il presidente di Italia Nostra Rinaldi e il senatore Fede

È stato naturalmente il padrone di casa, il sindaco Marco Fioravanti, a cui va il merito di aver subito sposato il progetto della Ferrovia Salaria e averlo fatto sostenere attraverso l’apposito Manifesto da Comuni e tante altre organizzazioni, a fare il punto della situazione e dare input precisi.

«Avanti tutta con la Ferrovia Salaria  – ha detto – ma deve anche essere un progetto pilota sia sul piano infrastrutturale sia su quello della sviluppo economico. Ecco perché propongo un treno alimentato ad idrogeno quando in altre parti del mondo si parla di lievitazione magnetica. Il territorio, con una voce sola, deve sollecitare Governo e RFI a dar vita al progetto di fattibilità. Questa ferrovia non è solo la speranza di far uscire dall’isolamento il Piceno, vittima di divisioni territoriali e politiche,  ma può cambiare il futuro delle aree interne vittime del terremoto. Lo Stato deve investire e risarcire l’Appennino Centrale. Altrimenti, nella zona terremotata, ci ritroveremo con case nuove ma vuote. Il problema dell’Appennino Centrale è un problema italiano».

Nel corso dell’assemblea si sono susseguiti tanti interventi interessanti. È emersa davvero una volontà univoca come raramente accaduto. Ora tocca al Governo e a RFI dare una risposta concreta. Tocca alle Regioni Marche e Lazio e alla Politica tutta di Marche e Lazio, convincere i piani alti. Di fronte a una simile presa di posizione, con le aree del cratere ancora in ginocchio, come può il Governo dire di no? E vero, questa è una decisione storica. «Con la Ferrovia Salaria – aggiunge la presidente del Fai regionale Alessandra Stipa – si può avere una visione di futuro, una visione di Paese».

Nel corse dell’assemblea si è anche parlato, su iniziativa del Coordinamento Ferrovia Salaria, del miglioramento della intermodalità e delle connessioni delle stazioni della linea ferroviaria San Benedetto-Ascoli facendo firmare ai sindaci della Vallata del Tronto un impegno preciso. Anche su questo il movimento guidato dall’architetto Benigni  offre un contributo essenziale e dà voce soprattutto agli studenti primi utilizzatori del treno. Ma in queste stazioni mancano ancora biglietterie automatiche, autobus, piste ciclabili, servizi igienici, aree di sosta, per non parlare delle barriere architettoniche. «Spesso sono cattedrali nel deserto», ribadisce Guido Benigni fotografando una situazione inaccettabile. Va bene arrivare a Roma domani, ma prima arriviamo bene ad Ascoli da San Benedetto oggi.

Prosegue intanto la sottoscrizione della petizione, su www.change.org, che ha toccato le 10.600 firme. Firme che testimoniano quanto la Ferrovia Salaria sia attesa dalla popolazione.

 


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