di Maria Nerina Galiè
“Ascoli&Piceno”, capitale italiana della cultura 2024: comunque vada a finire, sarà un conquista per le cento torri e per tutto il Piceno. La festa è già iniziata con la presentazione alla cittadinanza della candidatura, un ricco programma che ha già ottenuto un importante merito, quello di aver raccolto il sostegno di tutti i Comuni della provincia e delle Marche.
Numerosi i sindaci presenti al teatro Filarmonici di Ascoli, ieri sera 5 dicembre, all’evento voluto dal sindaco Marco Fioravanti. Con lui tutta la Giunta, con l’assessore alla cultura Donatella Ferretti, ma anche il presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli e gli assessori regionali Giorgia Latini e, da remoto, Guido Castelli.
In prima fila, tutte le autorità civili e militari del Piceno ed anche il vescovo Gian Piero Palmieri. Pure Vittorio Sgarbi ha presenziato nella prima parte della serata, la cui conduzione è stata affidata a Massimiliano Ossini e Melissa Massetti.
“La cultura muove le montagna” è il claim che diventa linea guida, carico di significato, espresso dall’assessore alla cultura del Comune di Ascoli, Donatella Ferretti: «C’è il tema della montagna, che la cultura fa spostare. E c’è la pietra. Speciale la nostra che, insieme al concetti di solidità e tradizione, è caratterizzata anche dalla capacità di mutare, per le intemperie o suonare, conosciamo bene le colonnine di San Francesco, capaci di suonare se toccate.
Ecco, quello che vogliamo esprimere è il concetto del cambiamento, proprio attraverso la cultura. La nostra città è stretta tra due fiumi e protetta dalla montagne. All’interno, una grande forza propulsiva che l’ha fatto muovere ed accettare questa sfida».
«E’ una candidatura importante – queste le parole del presidente Francesco Acquaroli – che dà lustro alla città ed alla regione. E’ l’ambizione di ripartire, di rinascere, di risollevarsi dal sisma e di ritrovare quella centralità, scritta nella storia e che Ascoli e le Marche hanno sempre avuto. (Continua dopo il video di Francesco Acquaroli, ndr)
La sfida è difficile ma ci sono tutti i presupposti per lavorare bene. Sappiamo che ci sono altre candidature ma noi, come Regione, cercheremo di sostenere la capacità di vittoria, perché crediamo nelle potenzialità incredibili di Ascoli e delle Marche, in grado di rappresentare benissimo, sintetizzate e fare da capofila per l’apertura di nuovi filoni culturali, turistici e che riportino le Marche nel luogo e nel posto che le competono».
«Abbiamo presentato il dossier – ha spiegato il sindaco Fioravanti – consegnato al Ministero per la candidatura di Ascoli a capitale della cultura 2024. Un dossier costruito sulla proposta di molte associazioni culturali, di molti enti e di molti comuni che hanno lavorato per rappresentare la vera strategia del territorio, la vera visione di Ascoli nel 2030.
Il nostro obbiettivo è di rilanciare le aree interne, le aree montane, che sono la vera ricchezza del paese attraverso iniziative culturali.
Vogliamo aumentare la produzione culturale di qualità nel territorio e attraverso la piattaforma cercare anche di renderlo visibile in tutto il mondo e attrarre i visitatori. La grande comunicazione che vogliamo mettere in atto è anche per cercare di far vedere Piazza del Popolo, la piazza più bella d’Italia a tutto il mondo».
Sull’onda dell’entusiasmo, il sindaco ma anche presidente e assessori regionali non hanno nascosto i “punti deboli”, tra cui le infrastrutture, «si cui stiamo lavorando a livello regionale». ha ricordato Acquaroli. «La carenza di comunicazione, dove andremo ad intervenire in maniera incisiva», ha promesso Giorgia Latini.
Ma anche il campanilismo, «che si sente forte nelle Marche – ha commentato Acquaroli -. Se da un alto è un elemento positivo, perché stimola, crea la voglia di rivalsa di un territorio sull’altro, rischia però di diventare un limite quando non si riesce a percepire il senso di portare avanti una sfida comune, ed il territorio vicino diventa l’avversario anziché l’alleato.
Questo progetto ci dà una centralità che a noi mancava, inoltre, il risultato è molto importante, così come il percorso, che ci mette al centro.
Gli altri territori – sono ancora le parole del presidente della Regione – credo stiano guardando con molto interesse ad Ascoli e al Piceno, per una serie di elementi. Alcuni sono riconducibili agli eventi post sisma, alla ricostruzione come elemento di partenza e ridiscussione di un territorio.
A volte, purtroppo, non conoscendoci reciprocamente, pensiamo che le Marche siano un territorio molto diverso al suo interno, ma questo non è vero».
Dita incrociate per il 18 gennaio, giorno in cui saranno nominate le 10 città finaliste, come ha ricordato il team, che ha realizzato il dossier.
Le 10 città dovranno poi affrontare l’audizione, davanti ad una commissione di 7 esperti, non ancora designata dal Ministero. Entro il 15 marzo il vincitorie.
Sono stati Giorgio Bisirri, Elisabetta Mariani e Cristina Carlini, intervistati da Melissa Masetti, a ripercorrere le tappe, annunciando: «Il lavoro non è terminato. Si va avanti per trasformare in realtà ciò che abbiamo immaginato».
A gennaio 2021, la delibera comunale di adesione al bando ministeriale. Da lì la costituzione del team di candidatura che si è subito messo al lavoro.
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