di Maria Nerina Galiè
Il Caffè Meletti, filo conduttore della vita di generazioni di ascolani, memoria storica e attrazione della città, entrata a pieno titolo nel “mito” per i turisti ma anche per i cittadini di domani, proiettati in una visione più ampia che parte dalla candidatura di Ascoli (&Piceno) a Capitale della cultura 2024.
Mancava un tassello: la pasticceria. Vuoto colmato dalla determinazione del nuovo Consiglio d’amministrazione della “Caffè Meletti srl”, Longino Carducci (presidente), Anna Monini, Roberta D’Emidio e Oreste Curi – diretta emanazione della Fondazione Carisap, che nel 1998 ha restituito il Caffè Meletti alla comunità.
Oggi, 7 dicembre, l’inaugurazione, con il giornalista Antonio Attorre a moderare gli interventi del sindaco di Ascoli Marco Fioravanti, del presidente della Fondazione Carisap Angelo Davide Galeati e Paolo Marchi, ideatore di Idee Golose.
«Era un’utopia?», è la domanda di Carducci, che – visibilmente emozionato – non soprassiede sulla risposta: «Forse. Ma ho letto in qualche libro: “L’azione annulla l’utopia”. Allora dico, se abbiamo avuto un incarico così importante dalla Fondazione, dobbiamo portarlo a termine con tutto l’impegno e l’emozione che comporta. Le nostre scelte devono essere guidate da questa consapevolezza. Per Ascoli, per il Caffè Meletti e per la “città diffusa” che vogliamo realizzare, uscendo dai confini cittadini per abbracciare l’intera provincia. E’ stato un grande impegno, è probabile che le circostanze ci abbiamo favorito. Ma noi ce l’abbiamo fatta».
«Il Caffè Meletti – come ha ricordato l’architetto Anna Monini che si è occupata del restauro nel 2011 – non è solo un locale storico, annoverato come tale all’interno dell’apposita associazione, ma è anche il più grande d’Italia. E’ su tre piani, ora interamente fruibili. La storia ha la sua importanza. La storia, qui, la senti e ti sprona a dover fare di più».
Storia e innovazione per restare sempre in auge è la ferma convinzione del sindaco Fioravanti: «Oggi è una giornata importante nella visione di Ascoli 2030, volta ad evidenziare il passato non ostacolando il progresso. Con le nuove tecnologie si potrà esaltare la storia di questo Caffè e quindi dell’intera città».
La parte dei ringraziamenti, da parte del primo cittadino, non è stata d’obbligo: «E voglio ringraziare davvero, in questa occasione, il presidente della Fondazione Galeati che, nel suo mandato, ha messo in campo progetti che cambieranno la storia. E grazie al Cda ed a tutti coloro che vi lavorano, portando avanti una politica di crescita graduale, a piccoli passi e all’insegna dell’accoglienza. E grazie alla pasticcera, Grazie Giusy D’Angelantonio perché con lei oggi, ufficialmente, torna la pasticceria del Caffè Meletti».
«La cultura dell’accoglienza si manifesta nella cura del particolare – sono state le parole di Galeati – ed il Caffè Meletti aveva bisogno di una pasticceria tutta sua per tornare ai fasti di un tempo.
La Fondazione – ha aggiunto Galeati – ha una funzione sociale, nella quale rientra il voler restituire lo storico caffè alla cittadinanza, con l’obiettivo di farla cresce nel panorama nazionale».
Su questo argomento, Paolo Marchi non ha risparmiato una “frecciatina” che, però, sapeva più di spinta per guardare oltre: «Io sono affascinato dai locali storici, come lo è il Caffè Meletti. Ma non accontentatevi. Valorizzate la tradizione per proiettarvi in avanti. Ideate occasioni ed eventi che caratterizzino ancora di più le vostre particolarità. Va bene “la pierina” (storico pasticcino che tornerà ad arricchire l’offerta dei prodotti, ndr) ma pensate anche… “all’ascolanina”».
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