di Maria Nerina Galiè
Primari che vengono e primari che si rischia di perdere per questioni burocratiche. Due i concorsi espletati in Area Vasta 5 per ricoprire i posti vacanti di direttore del Presidio Unico Ospedaliero e del reparto di Urologia. C’è la terna dei primi tre classificati, per entrambe le procedure, e nella quale il direttore generale Cesare Milani dovrà scegliere a chi affidare il ruolo quinquennale.
Alla testa della graduatoria per diventare direttore del Presidio unico ospedaliero dell’Area Vasta 5 c’è il dottor Giancarlo Viviani, già vice della dottoressa Diana Sansoni in pensione da poco più di un anno e, da allora, facente funzione.
Dall’apposita commissione di valutazione, il dottor Viviani ha ottenuto 82,32 su Roberta Gianferro (68,54) e Santo Alessi (53,60).
Per il reparto di Urologia – primario facente funzione il dottor Antonio Avolio al quale è stato prorogato l’incarico in attesa del concorso, sebbene fosse in epoca di pensionamento – il miglior punteggio è stato raggiunto da Giulio Milanese di Ancona con 81,559 punti, al secondo posto Andrea Fabiani (64,250) e Domenico De Carolis (53,820) al terzo.
A proposito di chi potrebbe trovarsi di fronte ad un bivio: il professor Salomone Di Saverio, primario di Chirurgia Generale dell’Area Vasta 5 per il presidio del “Madonna del Soccorso” di San Benedetto, è ancora in attesa di decidere se accettare o meno la cattedra all’Università “Sapienza” di Roma, Dipartimento di Chirurgia Generale e Specialistica “Paride Stefanini” dell’ospedale universitario “Umberto I” . Nel frattempo è arrivata la chiamata per la conferma della presa di servizio. Ma, per accettare, l’Area Vasta 5 deve stipulare una convezione con Uniroma.
L’atto immetterebbe nella rete dell’Area Vasta 5 specializzandi dell’ateneo romano e che si formerebbero sotto il tutoraggio del professor Di Saverio.
Se la convenzione non fosse accolta, il primario potrebbe dover rinunciare al prestigioso incarico oppure al posto in Area Vasta 5.
Cesare Milani non vorrebbe lasciarselo scappare e ritiene che non ci sono i presupposti perché questo avvenga: «Siamo in attesa di avere l’operatività da parte dell’Asur per avviare la convenzione, particolare e quindi da “studiare” dal punto di vista burocratico, in quanto riguarda un ateneo di fuori regione. C’è, però, tutta l’intenzione di procedere in tal senso. Per noi è un prestigio avere un cattedratico tra i nostri primari».
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