«Possibilità di un ridimensionamento della guardia medica a Comunanza? Ritengo doveroso precisare che la Regione non intende assolutamente depotenziare i servizi territoriali garantiti all’entroterra, specie nel cratere».
Così l’assessore regionale Guido Castelli, sull’argomento che è stato anche al centro di un incontro, oggi 11 dicembre, tra i sindaci dei comuni interessati e la consigliera regionale Anna Casini.
«Il nostro proposito – continua Castelli – va esattamente in senso contrario visto che, anche in riferimento agli sforzi che abbiano fatto e stiamo facendo per sbloccare la ricostruzione dopo anni di stasi, intendiamo avviare progetti sperimentali che rafforzano l’offerta di salute nelle aree interne.
Mi riferisco all’avvio di un Ambito Territoriale Funzionale (Atf) prevista per il prossimo mese di marzo e all’avvio del progetto dell’infermiere di comunità, finanziato con i fondi Snai, che interesserà 17 comuni.
La vicenda che sta interessando la Guardia Medica di Comunanza è che ha legittimamente preoccupato il sindaco Alvaro Cesaroni, in realtà, è frutto di quella grave carenza di medici di medicina generale e di continuità assistenziale che da mesi si sta palesando come una delle più pesanti eredità che la Giunta Acquaroli e l’assessore Saltamartini hanno ricevuto dal passato.
Da agosto – sono ancora le parole dell’assessore regionale – abbiamo registrato il pensionamento di ben 14 medici di base e il Distretto sanitario di Ascoli si è dovuto impegnare allo spasimo per consentire le necessarie reintegrazioni. Molti comuni del cratere rischiavano di rimanere senza medico di famiglia (Venarotta, Roccafluvione, Montedinove, Rotella) ma fortunatamente il peggio è stato evitato.
Il “teorico” problema della guardia medica di Comunanza nasce da una situazione molto simile.
A dicembre non ci saranno problemi a garantire l’attuale modalità di espletamento del servizio. Diverso il caso che potrebbe presentarsi a gennaio nel caso non dovessero trovarsi medici disponibili a svolgere il servizio di guardia medica in numero sufficiente a garantire la dotazione di 4 + 4 professionisti per ciascun turno di guardia.
Il comitato aziendale di medicina generale, nei giorni scorsi, ha ipotizzato una soluzione ma nulla vieta che ve ne possano essere altre e diverse.
Soprattutto se la Direzione dell’Area Vasta 5 si vorrà fa carico di un proposta complessiva che metta sul tavolo le disponibilità di entrambi i distretti della provincia.
Il mio auspicio, ovviamente, è che non si debba riorganizzare alcunché.
Auspicio fondato e legittimo anche perché entro il 28 dicembre potremmo reclutare nuovi medici specializzandi utili a risolvere il problema alla radice.
Comprendo le preoccupazione del sindaco Cesaroni ma, come già ho avuto modo di anticipargli, non ci sarà alcun ridimensionamento dei diritti dei cittadini del suo comune e degli altri comuni interessati.
La realtà sanitaria, e segnatamente il Poliambulatorio, della cittadina costituisce ad esempio una caposaldo della organizzazione dell’Area Vasta 5.
Abbiamo recentemente potenziato alcuni servizi ambulatoriali (ginecologia, terapia del dolore) proprio perché persuasi della assoluta necessità di rafforzare l’offerta nell’entroterra e nelle aree fragili del cratere. Questo è il nostro modo di vedere e di intendere le cose».
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