di Maria Nerina Galiè
La neve non ha fermato l’incontro promosso dal circolo del Partito Democratico di Comunanza e che si è tenuto oggi, 11 dicembre, proprio a Comunanza, tra i sindaci dell’entroterra montano – Alvaro Cesaroni di Comunanza, Amedeo Lupi di Force e Giovanni Borraccini di Rotella, Antonio Del Duca di Montedinove, mentre Francesca Grilli di Montemonaco non c’era a causa del maltempo – e la consigliera regionale Anna Casini, il neo eletto segretario provinciale Francesco Ameli, Augusto Curti, vice sindaco di Force (ed ex primo cittadino del paese dei ramai) ed esponente di spicco del Pd.
Al centro della riunione, la ventilata ipotesi di togliere la guardia medica, con sede a Comunanza ma al servizio dell’area montana.
La causa del ridimensionamento – con l’accorpamento alla guardia medica di Acquasanta – o l’eliminazione del servizio, la carenza di medici.
Dell’argomento si è discusso – senza però arrivare a scelte – giovedì 9 dicembre, in Area Vasta 5, tra il direttore Cesare Milani, la direttrice del Distretto Sanitario di Ascoli Giovanna Picciotti, la direttrice di quello di San Benedetto, Maria Teresa Nespeca, ed una rappresentanza di medici di medicina generale, nel comitato aziendale per la medicina generale.
«La guardia medica di Comunanza non si tocca, senza se e senza ma. Non escludiamo di intraprendere azioni democraticamente forti se non verremo ascoltati», ha esordito Alberto Antognozzi, segretario del circolo organizzatore, all’apertura dei lavori.
I sindaci e gli esponenti dem del territorio, si sono mossi per puntare i riflettori sulla elicata questione: «Non possiamo più tacere – ha detto il sindaco Cesaroni – davanti a certi problemi. Basta guardare fuori: c’è la neve. Il problema delle aree interne è sbandierato in tutte le maniere, su temi come sanità, trasporti e istruzione. La sanità, in particolare, è un contenitore in cui qualcuno deve mettere qualcosa.
La legge non può essere uguale per le aree interne ed i maggiori centri, in fatto di Sanità. Sembra che per Montemonaco siano stati chiamati 8 medici che, però, hanno rifiutato. Invece bisogna trovare il sistema per farcelo andare uno a Montemonaco. Se vuol dire metterci dei soldi, che si faccia».
«Sono tanti anni che parliamo di aree interne – ha sottolineato Augusto Curti – nelle quali, a parole e nei convegni, credono tutti, ma quando poi si deve passare ai fatti non c’è nessuno. Ritengo che questo non sia solo un nostro problema, ma che lo sia al livello nazionale. Lo stiamo vedendo anche nello stanziamento dei fondi del Pnrr: se non stiamo attenti c’è il rischio che accentuino il divario.
I sindaci di aree interne, devono essere aiutati a risolvere i problemi e coinvolti su decisioni, riguardanti soprattutto la Sanità. Sulla guardia medica non è ancora stata presa una decisione, ma terremo alta la barricata».
«La carenza del personale medico e infermieristico – sono state le parole di Anna Casini – è nota. Si sa bene che i medici scarseggiano, come sapevamo da tempo che oggi sarebbe andata in pensione una classe di medici. Si puntava quindi fortemente sulla medicina territoriale: il cittadino non deve andare in ospedale se non strettamente necessario.
Ma non devono essere solo parole, anche fatti.
Ad esempio, il Pnrr prevede anche il potenziamento della medicina territoriale. Se, però, queste risorse non si discutono con i territori, figuriamoci se si condividono gli obiettivi futuri.
Questo della continuità assistenziale è un servizio che deve essere mantenuto per evitare che se ne vadano pure gli anziani che sono rimasti.
Vogliamo poi pensare di attrarre i giovani? Allora non bastano le strade e la guardia medica. E’ necessario implementare tutti i servizi».
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