Vaccini, «Saranno i pediatri
a somministrare ai bambini»
Sull’obbligo da oggi:
«Nei pvp ancora molte prime dosi»

Claudio Angelini

di Maria Nerina Galiè

E’ tutto pronto in Area Vasta 5 per la vaccinazione dei bambini dai 5 agli 11 anni, da domani 16 dicembre (le prenotazioni sono aperte da oggi).

«Due i punti nel Piceno, dedicati ai più piccoli: l’ex Gil ad Ascoli e gli ambulatori di piazza Nardone a San Benedetto, sedi del Dipartimento di prevenzione. A somministrare il farmaco, con principio attivo ridotto di un terzo, i pediatri di libera scelta che hanno aderito alla campagna vaccinale, 13 in tutto che si divideranno tra Ascoli e San Benedetto. I piccoli già in carico alle strutture ospedaliere per particolari patologie, invece, saranno vaccinati negli ospedali ed a cura dei pediatri del Dipartimento Materno Infantile diretto dal dottor Ermanno Ruffini».

A dare spiegazioni è il dottor Claudio Angelini, direttore del Servizio Igiene e Sanità pubblica dell’Area Vasta 5.

Oggi, però, è anche il giorno in cui entra in vigore l’obbligo vaccinale per categorie come insegnati, forze dell’ordine e soccorritori che, fino ad ora, potevano continuare a lavorare con il tampone negativo. «L’obbligo, nel frattempo, si è esteso alla terza dose booster, per chi ha completato il ciclo da almeno cinque mesi», è sempre il direttore del Sips a precisare, per aggiungere: «Nel Piceno non sono molti gli appartenenti a queste categorie ad essere rimasti fuori. C’è anche da dire che da quando sono state istituite le nuove regole, nei punti vaccini per la popolazione, ogni giorno, sia ad Ascoli che a San Benedetto si somministrano tra le 20 e le 25 prime dosi per ciascuna sede».

Sedi che stanno viaggiando su numeri altissimi con 2, a volte 3 linee. A somministrare, anche i medici volontari che hanno aderito al progetto della Croce Verde, coordinato dalla dottoressa Diana Sansoni.

«A San Benedetto – afferma il dottor Angelini – lunedì 13 dicembre, ad esempio, sono state vaccinate 898 persone, 750 ad Ascoli. Più o meno uguale ieri, 14 dicembre. Di questi utenti, circa 500 per sede si erano prenotati, gli altri no perché c’è la possibilità di accedere liberamente. Ma non si sono registrate code. Anche perché in molti casi si è trattato di terze dosi, quindi si va più velocemente, ed ormai i medici vaccinatori sono diventati esperti, in grado di smaltire 40 somministrazioni l’ora di media. Ci vuole più tempo a compilare i moduli, per chi non viene con questi già preparati, che per inoculare la dose».

Ancora il direttore del Sisp sull’andamento della pandemia nel Piceno: «Non abbiamo ancora raggiunto il plateau, cioè la fase in cui la curva si appiattisce per poi iniziare la discesa. I contagi, per lo più, si sviluppano in “corti” di non vaccinati per poi diffondersi, vista l’alta contagiosità del virus, anche tra chi è coperto con il farmaco anti Covid. Ma per fortuna, e grazie ai vaccini, le terapie intensive non registrano sovraccarichi. E questo è un fattore determinante».

I numeri stanno penalizzando i piccoli centri, in questo momento, comuni con poco più di 1.000 abitanti e oltre 20 positivi, fanno alzare l’indice di incidenza. «I motivi possono essere diversi. In questi giorni non stiamo attenzionando particolari focolai, sono “spot” dove s’innesca un contagio che poi va ad interessare i contatti stretti. Nei paesi, la vita sociale si concentra intorno a pochi luoghi di aggregazione, dove ruotano tutti. E sono più frequenti anche i contatti tra famiglie, parenti e conoscenti. Nelle città più grandi le occasioni di contatto sono più diluite, tra diversi momenti e ambienti».