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Covid, Nadia Storti ad Ascoli:
«L’ospedale sarà come un polmone
pronto a dilatarsi in base alle esigenze»

CORONAVIRUS - Il direttore dell'Asur Marche e Casare Milani, ancora al vertice dell'Area Vasta 5, hanno predisposto il piano per la riapertura della Pneumo Covid, 14 posti disponibili (non 18 come prima) e che però sarà riattivata a moduli, in base alle esigenze. «Per non gravare su personale e altri reparti e per non togliere letti puliti, se non necessario». Il primario D'Emilio: «Sono a disposizione ma prendiamoci i giusti tempi»
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Cesare Milani, Vittorio D’Emilio e Nadia Storti

 

di Maria Nerina Galiè

 

Nadia Storti, il direttore generale dell’Asur Marche oggi, giovedì 16 dicembre, è stata ad Ascoli, come annunciato. Sarà lei a guidare la Sanità picena dall’1 gennaio, quando entreranno in vigore le dimissioni annunciate dal direttore generale di Area Vasta 5 Cesare Milani.

Dottoressa, qual era l’aria che si respirava oggi, in Area Vasta 5?

«Ho trovato tanti professionisti con una grana voglia di fare, di aiutare a fronteggiare il problema pandemia».

E su Cesare Milani: «E’ una bravissima persona. Insieme abbiamo lavorato benissimo».

Al centro dell’incontro di oggi, la situazione Covid, dal punto di vista delle richieste di cure ospedaliere.

E’ stato predisposto il piano per la riapertura della Pneumo Covid anche se il quadro che si è presentato alla dottoressa Storti non è stato giudicato “critico”, piuttosto «alleggerito rispetto a come si presentava nei giorni scorsi», il suo commento.

Al momento, il paziente intubato martedì al “Mazzoni” di Ascoli è stato assorbito dalla Rianimazione di San Benedetto. Dei quattro pazienti al Pronto Soccorso del “Mazzoni” di Ascoli, nell’Osservazione Tecnica (Ot) rossa, riservata ai pazienti che devono essere valutati, ci sono quattro persone, due delle quali saranno sottoposte alla terapia monoclonale per poi essere rimandate a casa. A San Benedetto, sono tre i pazienti in Rianimazione e quattro nella Murg (più uno in attesa di valutazione al Pronto Soccorso).

«L’allarme è in parte rientrato nel Picenosono le parole del capo dell’Asur e, con i numeri che abbiamo, possiamo ancora continuare con questa organizzazione, che non penalizza i pazienti non Covid. Valuteremo di giorno in giorno. Siamo in guerra e pronti, anche in ragione della sinergia con l’intera rete ospedaliera delle Marche». 

Pertanto si procederà per step. Sorti: «L’ospedale sarà come un polmone pronto a dilatarsi come serve».

Cesare Milani, ancora in carica come direttore: «Intanto ci prepariamo a riaprire Pneumo Covid. Lo faremo a moduli, in base alle esigenze. Per non gravare su altri reparti, dove dovrebbero essere trasferiti i pazienti della Pneumologia, e per non lasciare scoperto lo stesso reparto».

Al reparto Pneumologia del “Mazzoni” al momento ci sono 21 pazienti «alcuni dei quali  non sono in condizione di essere dimessi, ma nemmeno facilmente ricollocabili. Andrebbero a Medicina, Geriatria, nei reparti di lungodegenza o Rsa, in base alla complessità dei casi». E’ questo il commento del dottor Vittorio D’Emilio, primario di Pneumologia del “Mazzoni” e pronto a prendere la guida di Pneumo Covid: «Nonostante la stanchezza, non mi tiro indietro. L’auspicio, però, è che ci si permetta di lavorare bene e con i giusti tempi, visto che non siamo in una fase emergenziale come lo scorso anno.

Oltre ai pazienti da ricollocare, c’è anche il personale da reperire. Noi copriamo i turni h12. A Pneumo Covid serviranno h24».  

I posti disponibili nella Pneumo Covid non saranno 18 stavolta: «Potranno essere al  massimo 14 afferma il dottor D’Emilio – perché 2 posti devo tenerli liberi per la somministrazione degli anticorpi monoclonali (il primario di Pneumologia ne sta facendo in gran quantità, ndr). Altri due posti erano stati ricavati nella stanza tecnica della Dialisi. Ora quella stanza resterà a disposizione per pazienti Covid che potrebbero averne bisogno». 

 

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