di Maria Nerina Galiè
Si avvicina il tempo dei saluti per Cesare Milani, che non lascia a cuor leggero il comando di una barca ancora al centro della tempesta: «Mi dispiace andarmene proprio in questo momento, nel pieno della quarta ondata. Avrei voluto continuare a dare il mio apporto. Ma lo farò ugualmente, tornando al mio precedente incarico».
Milani rimarrà in Area Vasta 5: non più direttore generale dall’1 gennaio, ma alla testa della direzione amministrativa ospedaliera.
Nessuna amarezza, tutt’altro nelle parole del direttore di Area Vasta 5: «Sono stati tre anni difficilissimi, gli ultimi due in particolare, caratterizzati della pandemia da Coronavirus. Ma è stata un’esperienze bellissima. Per questo il mio ringraziamento va alla Regione e all’Asur Marche che me hanno dato la possibilità di viverla.
Ma il mio grazie più sentito è per miei collaboratori, tutti. Durante l’emergenza sanitaria, che ci ha travolti, non si sono risparmiati ed insieme abbiamo portato a casa grandi risultati, il più importante quello di aver preservando il Piceno, dai presidi ospedalieri a tutti gli ambienti sanitari, dagli effetti più devastanti del contagio».
Il Piceno ed i suoi ospedali, sebbene non siano stati risparmiati dal virus, in fatto di contagi hanno registrato numeri contenuti rispetto ad altre realtà nazionali ma anche regionali. Hanno tenuto botta anche quando, un anno fa, oltre cento persone positive al covid erano ricoverate.
Tante le decisioni prese per arginare il rischio, a volte sembrate “drastiche” come il rinvio in extremis della partita Ascoli-Cremonese, nel febbraio 2019, quando ancora il coronavirus era solo alle porte della provincia. E’ stato il primo Milani, ben consigliato dai suoi direttori medici che ha sempre ascoltato, a vietare l’ingresso dei visitatori negli ospedali e ad imporre l’uso della mascherina al loro interno, anche quando non era legge.
Con le valigie ormai in mano, anche se solo per cambiare stanza, Cesare Milani ha ben chiaro qual è il principale problema della Sanità picena: «Non vengono date risorse necessarie per far funzionare bene l’Area Vasta 5, che si trova sempre nella condizione di dover “elemosinare” risorse.
Gli ospedali di Ascoli e San Benedetto sono due importanti realtà, artefici di una mobilità attiva che però non viene riconosciuta. Poi però ci viene chiesto di raggiungere il budget. Impossibile per noi se non si cambia il sistema della ripartizione dei fondi a livello regionale».
Milani, generale con le armi spuntate Pandemia, si va verso la riapertura della Pneumo Covid
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