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«Fuori dalla malattia
grazie ad un chirurgo di grande umanità
Finalmente papà tornerà a Visso»

LA STORIA di Mario Carloni, 74enne affetto da un tumore al quarto stadio curato dal professor Salomone Di Saverio a Varese
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Famiglia Carloni di Visso

La famiglia Carloni di Visso

 

di Francesca Marchetti

Mario Carloni, 74enne di Visso, un anno fa scopre di avere un tumore allo stomaco con metastasi epatiche multiple al 4° stadio. Una malattia terribile che rischia di spezzare una famiglia unita in un momento, quello della pandemia, già angosciante. La scoperta della malattia è stata un brutto colpo e come un fulmine si è abbattuta sulle vite di sua moglie Silvana Sabbatini e dei figli, Erica e Pietro. Immediate le cure del caso, ma la situazione non era delle migliori.

Mario Carloni di Visso

Mario Carloni di Visso

«Mio padre ha iniziato le cure all’ospedale di San Severino con diversi cicli di chemioterapia – racconta Erica Carloni –  I medici Maria Ilaria Adinolfi e Benedetta Ferretti hanno svolto un lavoro eccezionale, per il quale le ringraziamo, ma la diagnosi era sempre sfavorevole. Consultammo molti chirurghi nelle Marche ma per tutti mio padre non era operabile e il responso era sempre lo stesso: gli rimanevano pochi mesi di vita. Non ci siamo arresi e abbiamo continuato a cercare fuori regione e il destino ha voluto che incontrassimo il professor Salomone Di Saverio, originario di Colonnella e marchigiano d’adozione, ma attualmente primario di chirurgia endocrino-metabolica all’ospedale di circolo Fondazione Macchi a Varese. Visionata la cartella clinica, per il professore papà era operabile. Finalmente una speranza. Siamo partiti per Varese ai primi di maggio e papà è stato operato il 5. È stato un intervento difficile, ci hanno detto, durato circa 12 ore ma è riuscito perfettamente. Ringraziamo di cuore il professor Di Saverio, grande uomo e grande medico che ci ha mostrato grande umanità e dedizione nonostante questo momento particolare di pandemia».

Prof. Salomone Di Saverio

Salomone Di Saverio

Salomone Di Saverio, che è anche docente universitario di chirurgia generale all’università dell’Insubria a Varese, ha ottenuto molteplici riconoscimenti nazionali e internazionali tra cui il prestigioso premio “Ettore Ruggeri”, assegnato nel 2017 dalla Società italiana di chirurgia. Ha lavorato come medico e primario di chirurgia negli Stati Uniti, in Sud Africa e a Cambridge, Inghilterra oltre che Bologna, dove si è laureato, ed è membro di molte riviste scientifiche internazionali grazie alla sue specializzazioni in chirurgia gastrointestinale e colorettale oncologica e mini-invasiva robotica. «È stato sempre presente in ogni momento della nostra giornata, – continua Erica – non ci ha mai fatto sentire soli e ci aggiornava continuamente sui progressi di papà, che ovviamente non potevamo vedere in reparto. Un medico di tale competenza e umanità sarebbe certamente un fiore all’occhiello per la sanità della nostra regione. Sentiamo spesso parlare di malasanità ma mi sembra giusto e doveroso raccontare questa storia di eccellenza, che fa onore ai marchigiani. Peccato però che per avere la sua assistenza bisogna lasciare le Marche e andare in Lombardia. Tra qualche giorno torneremo a Visso tutti insieme, papà ha ricominciato a mangiare e non ha più metastasi, lo stomaco è stato ricostruito secondo un metodo francese all’avanguardia e fortunatamente non ci sono state complicazioni. Dopo tante video chiamate, non vediamo l’ora di riaverlo tra noi e trascorrere momenti felici».


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