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Sanità, la protesta dei sindacati:
«Basta dover ripianare i debiti altrui
Milani un capro espiatorio» (Foto e video)

ASCOLI - La manifestazione organizzata da Cgil, Cisl, Uil funzione pubblica, Rsu e Nursind, davanti all'ospedale "Mazzoni" ha visto la presenza di diversi operatori sanitari. Tra le principali rivendicazioni, la sperequazione economica, rispetto ai colleghi del resto delle Marche e la mancanza di fondi per pagare straordinari, reperibilità e premialità Covid. Presente una rappresentanza del Pd. Domani la replica al "Madonna del Soccorso" di San Benedetto
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di Maria Nerina Galiè

 

«Vergogna, vergogna, vergogna» echeggiava oggi, 20 dicembre, all’ingresso dell’ospedale “Mazzoni” di Ascoli, dal megafono dei sindacalisti (Cgil, Cisl, Uil funzione pubblica, Rsu e Nursind) che, affiancati da numerosi operatori sanitari, hanno protestato contro la “mala gestione” della Sanità picena. Domani la replica davanti al “Madonna del Soccorso” di San Benedetto.

Un presidio carico di rivendicazioni e stanchezza, quello di oggi, per «un lavoro estenuante e non riconosciuto a dovere da due anni ormai», in un momento delicato per l’Area Vasta 5, orfana del direttore generale, in cui i casi Covid bisognosi di cure ospedaliere aumentano e stanno per iniziare le grandi manovre per la riapertura della Pneumo Covid, dove ci sarà bisogno di personale specializzato. 

«Siamo semplicemente sconcertatisono le parole di Giorgio Cipollini della Cisl (VIDEO) di fronte alla situazione, gravissima, che ha riguardato l’Area Vasta 5: l’Asur ha provveduto a “licenziare” il direttore (Cesare Milani, che ha dato le dimissioni a far data dall’1 gennaio), “capro espiatorio” su cui far ricadere tutte le colpe. 

E’ ora di affrontare realmente i problemi di questo territorio che da anni vive un’emarginazione senza precedenti.
Tutti i soldi della mobilità attiva che riceviamo vanno a risanare i debiti del nord delle Marche.

Da 4 anni, diversi istituti contrattuali sono stati ripetutamente violati. Il fondo per pagare indennità e straordinari al personale è terminato già da tempo e, quindi, gli stessi operatori saranno chiamati a ripianare questo fondo. Come? Stando a casa e creando così nuove esigenze a livello di dotazione organica».

«Ogni annorincara Viola Rossi della Cgil  (VIDEO SOTTO)vengono contrattate queste risorse per remunerare alcuni istituti contrattuali per i dipendenti dell’Area Vasta. Quest’anno, l’Asur ci ha convocati solo il 7 dicembre, comunicandoci che le risorse erano già finite da tempo e che il fondo per pagare le indennità era stato splafonato di quasi 500.000 euro. 
Questo è un comportamento che noi non accettiamo, poiché rappresenta una presa in giro nei confronti dei lavoratori ed una palese sperequazione.

Soprattutto in questo periodo di pandemia, che ha richiesto tantissimi rientri, da parte del personale, straordinari e quant’altro: nulla sarà retribuito se non come debito negli anni a venire».

Poi la richiesta da parte del coordinamento sindacale: «Subito un confronto diretto con i vertici dell’Asur, affinché tocchino con mano lo stato di cose che, oltretutto, ha permesso alla sanità privata di insediarsi nel Piceno penalizzando quella pubblica».

Ancora la Rossi sul cambio al vertice dell’Area Vasta 5: «A  nostro parere, c’è qualcosa di più grande dietro al fatto che il direttore sia arrivato a presentare le dimissioni. Non crediamo che tutte le responsabilità, di quello che sta accadendo, ricadano sull’Area Vasta 5. 
Noi ci auguriamo che la facente funzione, la dottoressa Nadia Storti, o chi per lei arriverà a gestire l’Area Vasta 5, riconosca la situazione gravissima, in cui versa la Sanità picena, ed ai lavoratori ciò che è loro dovuto».

Ad entrare nel merito della carenza del personale, diretta conseguenza della mancanza o discutibile gestione dei fondi, Paolo Villa, coordinatore Rsu (VIDEO SOTTO): «Noi abbiamo problemi immensi per quanto riguarda la distribuzione del personale, con una carenza ormai cronica e questo anche, e soprattutto, per l’assistenza ai pazienti Covid che non sono pazienti normali.

Si parla di una ormai imminente riapertura della Pneumo Covid ma, come al solito, senza risorse né assunzione di personale: vogliamo l’apertura di questo reparto,  assolutamente necessario,  ma con personale assunto in più, possibilmente specializzato.

Quindi, noi ci aspettiamo innanzitutto l’implementazione del fondo per straordinari, indennità notturne, festive e reperibilità. Poi anche una risposta da parte dell’Asur e dalla Regione Marche sul resto. Nel 2021 la Regione ci ha comunicato che per le premialità Covid sono rimasti zero euro, quindi i dipendenti sono costretti a lavorare senza percepire nulla». 

Alla manifestazione ha preso parte anche una rappresentanza del Partito Democratico con il segretario provinciale Francesco Ameli, la segretaria del Circolo Sanità Manuela Marcucci e la consigliera provinciale Isabella Bosano.

 

FOTOGALLERY E VIDEO (Dopo i link degli articoli correlati)

 

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