di Maria Nerina Galiè
Tamponi anche a Natale per il laboratorio della Patologia Clinica dell’Area Vasta 5, diretto dal dottor Antonio Fortunato, con risorse ridotte all’osso e turni massacranti, come molti operatori sanitari da due anni ormai alle prese con il Covid e, nello stesso tempo, impegnati a portare avanti la routine, che in fatto di malattie non è mai scontata o prevedibile.
Ieri, 25 dicembre, tra i laboratori di Ascoli e San Benedetto, sono stati processati oltre 80 tamponi, per riscontrare una ventina di positivi al Covid, conferme e nuove diagnosi tra le urgenze, cioè le persone che avevano bisogno di essere ricoverate: «Avevamo soltanto due tecnici al lavoro, uno per il laboratorio di Ascoli ed uno per quello di San Benedetto. In realtà – sottolinea il direttore della Patologia Clinica – i nostri turni hanno sempre coperto le notti ed i festivi, non solo in pandemia, perché possono esserci richieste di esami urgenti dagli ospedali. Per noi, questo è routine, alla quale si è aggiunto l’impegno di analizzare i tamponi Covid».
Ed è ormai stato detto più volte che, grazie all’intuizione del dottor Fortunato del marzo 2020, il macchinario in dotazione al laboratorio di biologia molecolare del “Mazzoni” di Ascoli è stato punto di riferimento dello screening regionale, con la sua capacità di processare fino a 800 tamponi al giorno, oltre a quelli analizzati con altre strumentazioni, per i test molecolari, poi anche gli antigenici.
Da allora, l’equipe del dottor Fortunato non si è mai fermata seppure con personale sottodimensionato rispetto alle esigenze.
«All’inizio della pandemia – afferma – avevo chiesto 5 tecnici in più. Non sono arrivati. Per di più, questo mese in 3 sono andati in pensione ed un altro ci andrà a gennaio. Spero che almeno i 4 vengano rimpiazzati al più presto. Non è più possibile continuare cosi e con questo carico di lavoro. Nei giorni feriali copriamo turni da 12 ore. Nei festivi facciamo quello che possiamo, tra mattina, pomeriggio e notte».
E da un po’, alla minaccia del Covid, si aggiunge quello delle varianti, prima la Delta, ora la Omicron. Per la sequenziazione della variante Delta, da mesi, ogni settimana il laboratorio del “Mazzoni” seleziona una decina di campioni da inviate alla Virologia del “Torrette” di Ancona. Ci sono state settimane in cui la carica virale era talmente bassa nei campioni che non ce n’erano da mandare all’esame per la ricerca della mutazione. Ma l’emergenza sanitaria ha insegnato che le cose possono cambiare da un momento all’altro e, se arriverà il tempo di dire di esserne usciti, quel tempo non è adesso.
«La variante Omicron – spiega il responsabile delle analisi cliniche dell’Area Vasta 5 – è destinata a predominare, come è stato per la Delta».
Cosa cambia per i cittadini?
«E’ molto contagiosa, ma valgono sempre le stesse regole per contrastarne la diffusione: mascherina, distanziamento e areazione frequente dei locali. Ed il vaccino è determinante: non preserva dal contagio ma dalle manifestazioni più gravi dell’infezione».
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