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Medicina di Amandola,
«Stato di mobilitazione
fino a che i cittadini dell’area montana
non lo vedranno tornare»

SIBILLINI - L'annuncio è di Paolo Filiaci, segretario generale, e Libero Cipollari, segretario della Lega del sindacato Spi di Fermo: «Il danno più grande rimane il rimpallare le responsabilità, utilizzando l’alibi delle colpe altrui per non riaprire mai il reparto»
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«Subito il ritorno del reparto Medicina ad Amandola»: l’appello è del sindacato pensionati Spi Cgile di Fermo, a nome dei suoi numerosi iscritti tra la popolazione anziana dell’entroterra. Ed annuncia lo «stato di mobilitazione quotidiano con diverse iniziative da programmare fino al giorno in cui tutti i cittadini dei Comuni dell’Unione Montana dei Sibillini non vedranno tornare il reparto di medicina ad Amandola».

Paolo Filiaci, segretario generale, e Libero Cipollari, segretario della Lega del sindacato Spi di Fermo, così scrivono in una nota congiunta: «Esiste una struttura che ad oggi è a norma, tanto che l’assessore regionale alla Sanità Filippo Saltamartini, che ringraziamo, ha già adibito a Centro vaccinale. Eppure rimane ancora inattivo il reparto di Medicina che è completo di tutte le attrezzature a servizio dei posti letto, spettanti ad Amandola. Quindi rimane solo da impartire l’ordine di inizio del servizio a medici, infermieri e altro personale utile al funzionamento dello stesso reparto. Noi, a nome di tutti gli interessati, attendiamo il rientro del reparto di Medicina da Fermo, dove è stato trasferito da cinque anni, tanti ne sono passati da quel disastroso terremoto del 2016.

Oggi non ci interessano le polemiche politiche “del se… e del ma…”. Qualcuno dice che se si ristrutturava e rendeva antisismico il vecchio ospedale sarebbe costato di meno e già sarebbe pronto. Altri, sostengono che il nuovo ospedale in via di ultimazione è antisismico, resistente a fortissimi terremoti e, a conti fatti, costa di meno.

Noi riteniamo che le scelte politiche sulla ricostruzione le giudicheranno gli elettori al prossimo appuntamento elettorale.

Riteniamo, però, che il danno più grande ai cittadini amandolesi, e dei paesi limitrofi, è e rimane il rimpallare le responsabilità, utilizzando l’alibi delle colpe altrui per non riaprire mai il reparto di medicina ad Amandola, al solo fine di lucrare cinicamente sul consenso elettorale. Il nuovo ospedale a Pian di Contro, ragionevolmente, non sarà disponibile nell’immediato. Pertanto il reparto di Medicina deve aprire subito, presso la struttura già disponibile donata dalla Protezione Civile.

Continuare a chiamare un reparto a Fermo, a 50 chilometri di distanza e dopo cinque anni – “Medicina di Amandola”- è una presa in giro per tutti i cittadini dei comuni dell’area Montana dei Sibillini, che comprende anche alcuni comuni della provincia di Ascoli e di Macerata.

Inoltre, ricordiamo che l’ospedale di Amandola nel rispetto del Decreto “Balduzzi” (che stabilisce un ospedale ogni 200.000 abitanti) è stato autorizzato in deroga, insieme a Pergola, per diverse caratteristiche: la distanza chilometrica dagli altri ospedali, le asperità del territorio montano e soprattutto la presenza di un alto numero di anziani bisognosi di frequenti ricoveri nel reparto di Medicina e in altri servizi sanitari. Concludiamo, pertanto, ribadendo l’annuncio di ogni genere di mobilitazione e protesta».

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