di Andrea Ferretti
Il dottor Giuseppe Rossi, arrestato dai Carabinieri ieri mattina quando hanno messo in atto l’ordinanza firmata dal gip del Tribunale di Ascoli, su richiesta del procuratore capo della Repubblica Umberto Monti, si trova nel carcere anconetano di Montacuto.
E’ lì che è stato condotto dai militari dell’Arma ascolani dopo le formalità di rito ed è lì che venerdì 7 gennaio, in mattinata, avverrà l’interrogatorio di garanzia.
Se nel frattempo non avrà nominato un legale di fiducia, il dottor Rossi sarà assistito dall’avvocato d’ufficio, incaricato ieri dal Tribunale dopo l’arresto, l’avvocatessa ascolana Lavinia Tarli.
Agli arresti domiciliari c’è invece il 59enne impiegato ascolano il quale, secondo l’ipotesi accusatoria di questa triste vicenda che ha purtroppo portato alla ribalta Ascoli a livello nazionale, sarebbe stato l’intermediario tra il medico e alcune delle persone che con il vaccino non fatto, erano comunque entrate in possesso del green pass.
Ad Ascoli, e non solo, non si parla d’altro. Le persone sono allibite, soprattutto chi aveva avuto modo di conoscere il 67enne medico di base finito dietro le sbarre. In primis i suoi oltre cinquecento pazienti.
Il medico, sposato con figli, era molto conosciuto anche perchè svolgeva servizio di “guardia medica”.
Ora dovrà difendersi da un’accusa pesante come un macigno che ha destato ancor più scalpore in una fase storica come questa dell’emergenza covid, complicata da interpretazioni del green pass, tamponi, code davanti ai Centri vaccinali e agli studi medici dove viene inoculata la terza dose del vaccino, ma c’è anche chi si presenta per la seconda e addirittura per la prima.
Le reazioni non mancano, soprattutto sui social dove impazzano commenti anche pesanti e purtroppo violenti. I primi a prendere le distanze da quanto accaduto sono stati l’Ordine dei medici della provincia di Ascoli, Area Vasta 5 e il sindaco di Ascoli Marco Fioravanti. Ovvero le tre istituzioni direttamente coinvolte in questa vicenda che la direttrice del Distretto Sanitario di Ascoli, dottoressa Giovanna Picciotti, ha definito «una storia molto triste» ed ha parlato di «sconcerto». La dottoressa Fiorella De Angelis, presidente dell’Ordine dei medici provinciale ha annunciato l’apertura di un procedimento disciplinare nei confronti del dottor Rossi. Un atto non solo dovuto ma anche scontato.
E’ intervenuto pure il dottor Italo Paolini, medico di base anche lui, il cui pensiero è andato a tutto il personale che ogni giorno si prodiga, con turni massacranti, per somministrare i vaccini. Il sindaco Marco Fioravanti ha preso le distanze, anche a nome dell’Amministrazione comunale, parlando di «un vero e proprio attacco alla salute e alla sicurezza di tutti i cittadini». E, tal proposito, interviene il Partito Democratico che, attraverso i consiglieri comunali Francesco Ameli (è anche segretario provinciale del Pd), Angelo Procaccini e Pietro Frenquellucci, i quali si rivolgono allo stesso sindaco Fioravanti chiedendo di «verificare se c’è la possibilità che il Comune si costituisca parte civile».
Quello che impressiona di questa storia sono i numeri che, almeno stando al punto in cui sono giunte le indagini e alle accuse mosse quindi dalla Procura, parlano di 150 vaccinazioni falsamente attestate con green pass rilasciati dal Ministero della Salute a 73 persone. Tra queste c’è anche l’ascolano finito ai domiciliari.
Indagini che hanno visto in azione diversi reparti (Nucleo Investigativo, Nucleo Operativo e Stazione di Ascoli) dei Carabinieri che fanno capo al Comando provinciale di Ascoli.
Appostamenti, foto (anche e soprattutto in Piazza Strulli dove si trova il Centro vaccinale di Ascoli), video e tutto quello che è servito per far emergere il quadro accusatorio presentato poi sul tavolo della Procura della Repubblica.
Indagini che ovviamente proseguono, per cui non si possono escludere altri colpi di scena. Non è un caso che i Carabinieri, nel corso del blitz scattato all’alba di ieri, abbiano effettuato anche diverse perquisizioni domiciliari.
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