di Maria Nerina Galiè
Nessuno mette in dubbio lo sforzo della Sanità regionale e locale (Area Vasta 5) nell’incentivare le vaccinazioni: Open Day per raggiungere i centri più piccoli, l’hub di San Benedetto reso più confortevole e l’attivazione, da lunedì 10 gennaio, di un secondo punto per la popolazione ad Ascoli.
Se però il numero dei medici vaccinatori resta lo stesso, tutte le energie impiegate nell’organizzazione rischiano di ritornare indietro come un boomerang, sotto forma di lamentele e proteste.
L’impressione, infatti, è che il risultato, certamente aiutato delle nuove disposizioni ministeriali, c’è e si vede con la maggior parte dei cittadini ben convita di volersi vaccinare. In tantissimi si recano, dove possono, senza prenotazione, e prendono appuntamento dove questo è reso obbligatorio. Eppure, oggi 8 gennaio, in alcune località delle Marche – dove erano attivi gli open day – le persone si sono accalcate dall’alba ed alcune sono state costrette ad abbandonare.
Per restare nel Piceno, a Roccafluvione è stato necessario l’intervento dei Carabinieri per riportare l’ordine, tra persone che si sono presentate e quelle con prenotazione tramite il numero messo a disposizione dal sindaco, proprio per evitare code. Il punto vaccini è stato aperto con 54 dosi, ma è stato necessario chiamare un altro medico e rifornire del doppio il farmaco, per accontentare tutti. Se ci fossero state più dosi, e più medici, si sarebbero vaccinato ben oltre le 106 persone.
L’assessore regionale Saltamartini, alla luce di quanto accaduto agli open day, invita a non accalcarsi. A prenotare piuttosto, negli hub cittadini.
Ma già dal 29 dicembre l’accesso ai pvp è solo su prenotazione, tranne che per la prima dose, i cui casi sono in numero nettamente inferiore rispetto ai richiami o alla dose booster, ormai somministrabile alla maggior parte dei vaccinati a ciclo completo.
Ad Ascoli e San Benedetto, delle 2.000 dosi somministrate fino al 28 dicembre, meno della metà erano prenotati. Dal giorno dopo, sempre 2.000 dosi, quasi tutte con prenotazione. Uguale anche la fila, perché è rimasto lo stesso il numero delle linee operative. Tre, con 6 medici divisi su due turni per 8 ore complessive, ed i quali, con o senza prenotazione, si trovano a dover smaltire più di 1.000 utenti per sede. Solo oggi, intorno alle ore 17, ad Ascoli erano state somministrate 759 dosi, a San Benedetto 858. Diverse, troppe, le persone in fila anche per 4 ore anche oggi alla Casa della Gioventù di Ascoli.
Certo, a caricare di malcontento i cittadini, l’attesa all’esterno ed al freddo, sia della Casa della Gioventù che al Centro Agroalimentare. Oggi, per San Benedetto, lunedì prossimo per Ascoli almeno questa criticità sarà risolta.
Senza aggiungere medici però non si risolverà il nodo cruciale delle attese e dell’affollamento che, alla fine, rischia di scoraggiare anche i più bene intenzionati, figuriamoci gli indecisi.
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