«Ci permettiamo solo due consigli. Al nuovo sindaco di San Benedetto Spazzafumo: prima di esternare il proprio entusiasmo, chieda a Saltamartini un atto formale in cui venga deliberato il “nuovo” ospedale di primo livello nella sua città, i reparti previsti e le risorse allocate perché un conto è parlare ad un convegno, un altro parlare con atti. Al sindaco di Ascoli Fioravanti: non pensi di salvare il “Mazzoni” rinchiudendosi in un interessato silenzio, i nodi verranno tutti al pettine e a breve saranno inestricabili».
Ad intervenire sul tema sanità, particolarmente caldo negli ultimi giorni, è il comitato civico “Ascolto & Partecipazione“, che al tempo stesso prova anche a ripercorrere la storia di ciò che è accaduto negli ultimi anni.
«Al netto delle difficili problematiche legate al Covid, si ricomincia con la contrapposizione monotona tra la passata amministrazione regionale di centrosinistra e l’attuale di centrodestra a trazione Lega-Fratelli d’Italia -spiegano-. Un salto indietro al 2019: la giunta Ceriscioli lancia la proposta di realizzare l’ospedale “unico” del Piceno. Si giunge a questa proposta senza in realtà fornire dati ed analisi per motivarne la scelta, senza uno studio del rapporto costi-benefici, senza un reale processo di partecipazione che mettesse a disposizione dei cittadini, delle associazioni, degli amministratori locali gli elementi di giudizio necessari per operare una scelta così importante. Piomba poi sul tutto il famoso “algoritmo” che ne decide la localizzazione».
«Di fronte alle riserve di molti, alcune fondate, altre strumentali, si cerca di aggiustare la mira con affermazioni sorprendenti del tipo “pur realizzando l’ospedale unico, i due attuali non chiuderanno” -vanno avanti da “A&P”-. Cioè, prima si afferma la necessità di un ospedale unico per il miglior utilizzo delle risorse e del personale, per migliorarne la dotazione tecnologica ora distribuita su due strutture, poi, di fronte alle riserve di parti importanti del territorio (Ascoli e San Benedetto in primis) si contraddice la premessa da cui si è partiti con l’unico risultato di dimostrare una furbizia mascherata o, peggio, di essere inaffidabili aumentando la diffidenza nei confronti del progetto».
«E siamo all’oggi. Ora governa la destra di Acquaroli che sul tema ha costruito gran parte della sua vittoria elettorale. L’assessore Saltamartini lancia l’idea di realizzare, non uno, ma due Ospedali di primo livello nel Piceno. Nutriamo qualche dubbio che l’assessore conosca a fondo quello che il Decreto ministeriale 70 del 2015 prevede. Glielo ricordiamo: Dipartimento di emergenza e Accettazione (DEA) di I livello, Medicina interna, Chirurgia generale, Ortopedia e traumatologia, Ostetricia e ginecologia, Pediatria, Cardiologia e UTIC, Neurologia, Psichiatria, Otorinolaringoiatria, Oculistica, Urologia, Laboratorio Analisi, Servizio Trasfusionale e Radiologia. E gli ricordiamo che nella proposta di modifica del decreto, attualmente in esame, la classificazione delle strutture ospedaliere è assolutamente invariata».
«Ma allora, l’assessore e il centrodestra a quale normativa fanno riferimento? -è la prosecuzione- Essendo la salute dei cittadini un tema delicatissimo, non è forse giunto il tempo di essere responsabili e di ragionarci fuori dall’eterna campagna elettorale, con responsabilità, con analisi serie e documentate? Si è deciso di superare l’ospedale unico? Bene. Si abbia però l’onestà di dire che l’alternativa è semplicemente quella attuale: un Presidio ospedaliero unico di primo livello su due plessi. Con una sola variabile consentita dalla legge (e dalla logica): un ospedale di primo livello ed un presidio ospedaliero di base che però prevede solo Pronto Soccorso, Medicina, Chirurgia, Ortopedia, Anestesia, Radiologia e Laboratorio analisi. Quello che però non è accettabile è che si illuda il Piceno con la proposta di due “veri” ospedali di primo livello dotati dei reparti che abbiamo sopra menzionato, perché questa proposta è solo fumo negli occhi».
«Temiamo, in realtà, che il film sia già pronto -concludono dal comitato civico-. Per i prossimi anni (fino alle prossime regionali ed oltre, con in mezzo le elezioni politiche) il Piceno si trastullerà felicemente con la promessa dei due ospedali di primo livello (nel frattempo aggiungendo magari qualche servizio all’ospedale di San Benedetto) e sulla scelta se sia preferibile costruire un “nuovo” ospedale a in Riviera (idea peraltro comprensibile) o se sia meglio ristrutturare l’attuale».
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