di Andrea Ferretti
Siamo vicino al collasso. Prima il terremoto (nel Centro Italia, soprattutto nel Piceno), poi il covid (in tutto il mondo e quindi pure nel Piceno), poi il rincaro delle bollette (alle quali non sfugge il Piceno).
Le “bollette pazze” sono un piacevole ricordo, perchè stavolta non ci sono errori (e quindi rimborsi), ma si tratta di buste contenenti bollettini di pagamento che negli ultimi tempi hanno trasformato il povero portalettere in un inquietante messaggero di cattivi presagi e lo squillo del citofono in un incubo.
I rincari delle bollette di energia elettrica e del gas hanno raggiunto livelli assurdi, e quindi storici, con cifre raddoppiate, se non triplicate. Il caso non riguarda ovviamente solo Ascoli e il Piceno, ma è doveroso che anche da questo territorio qualcuno alzi la voce. Il primo a farlo è stato il sindaco di Ascoli, Marco Fioravanti, che sui pazzeschi rincari è intervenuto definendo «una vergogna» l’aumento delle bollette di luce e gas e aggiungendo che «faremo sentire forte e chiara la nostra voce».
Il primo cittadino è ben consapevole che gli aiuti ai cittadini in difficolta per i pagamenti degli affitti e tanto altro – ne sa qualcosa l’assessore alle Politiche sociali Massimiliano Brugni – non basteranno più. Gli sportelli dei Servizi sociali sono sempre attivi, quegli sportelli che negli ultimi anni hanno aiutato centinaia di famiglie in difficoltà. Ma, viste le ultime novità da incubo, il rischio collasso non si può escludere. Collasso che inevitabilmente coinvolgerà gli sportelli dei Servizi sociali di tutti i Comuni.
“Metti mano al portafogli e paga! E, siccome siamo buoni, forse ti facciamo una rateizzazione”. Ecco perchè la situazione è ormai fuori controllo. L’esplosione è vicina. La miccia è stata accesa ma, essendo a lenta combustione, il popolo è stato prima anestetizzato con i numeri del covid e poi con la telenovela dell’elezione del Presidente della Repubblica che, sembra, abbia strappato un sorriso perfino ai membri di una tribù arborigena australiana da poco scoperta.
Ad Ascoli, al grido del primo cittadino stanno facendo eco migliaia di persone che non credono ai loro occhi davanti a tali cifre. Eco alla quale non può non associarsi anche il presidente provinciale della Fipe (Federazione italiana pubblici esercizi) della Confcommercio, Daniele Fabiani il quale parla a nome di numerose imprese che stanno per essere travolte, qualcuna forse definitivamente.
Non è una protesta ma un profondo e accorato grido di allarme che, si spera, venga velocemente recepito quantomeno dalla Regione Marche e dai parlamentari eletti nel territorio.
«Era nell’aria la mazzata energetica a carico delle imprese, con una previsione del 76% medio di aumenti, ma l’arrivo delle bollette ha gettato nello sconforto le imprese del sistema turistico nella provincia di Ascoli, così come in tutta Italia. Strutture ricettive, ristoranti e bar – dice Fabiani riferendosi alle bollette della luce – dovranno pagare per costi elettrici aumentati in alcuni casi fino al 300%. Questo a fronte di incassi estremamente ridotti per la mobilità dei consumatori he è drasticamente diminuita.
Anche i costi idrici sono in parte aumentati e si attendono le bollette del gas – aggiunge – in questo modo le centinaia di imprese del sistema turistico provinciale, una delle leve strategiche di crescita economica del territorio, si troveranno a breve di fronte alla scelta drammatica di chiudere o proseguire l’attività contraendo al massimo i costi a discapito, in entrambi i casi, dei livelli occupazionali complessivi, considerando insieme titolari e lavoratori.
Come Fipe Confcommercio del Piceno – conclude Fabiani – lanciamo un appello ai parlamentari e alle Amministrazioni locali affinché rappresentino nelle rispettive sedi di competenza i problemi reali del mondo imprenditoriale, e adottino soluzioni adeguate a ridurne i costi. Non sono le poche migliaia di euro dei cosiddetti “ristori” che ne permetteranno la sopravvivenza».
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