di Andrea Ferretti
Il dottor Giuseppe Rossi da oggi, venerdì 4 febbraio, è a casa. Il giudice per le indagini preliminari del Tribunale di Ascoli, Annalisa Giusti, accogliendo la richiesta del pubblico ministero, ha deciso di revocare la custodia in carcere del medico ascolano di 67 anni che si trovava recluso nel casa circondariale di Ancona.
Il motivo è da ricercare nel fatto che le indagini si sono di fatto concluse, e quindi il piemme ha ritenuto che non esiste più il pericolo di inquinamento delle prove. Che era il motivo per cui nella prima ordinanza il dottor Rossi sarebbe dovuto restare in carcere per almeno quaranta giorni.
Così non è stato. La detenzione è durata trenta giorni, un mese, visto che quando i Carabinieri del Comando provinciale di Ascoli chiusero l’operazione ribattezzata “Green Pack” era il 4 gennaio.
L’operazione contemporaneamente portò all’arresto anche di un’altra persona, un impiegato ascolano di 59 anni il quale. Sempre secondo l’accusa mossa dalla Procura ascolana, sarebbe stato il tramite tra il medico e le persone che erano entrate in possesso del green pass dopo vaccini mai fatti. Gli indagati sono in tutto 73, compreso l’impiegato
Nelle scorse settimane i legali del medico – gli avvocati Lavinia Tarli e Umberto Gramenzi – hanno chiesto la scarcerazione di Rossi, ma il Tribunale della Libertà di Ancona ha rigettato la richiesta.
Le accuse dalle quali il medico deve difendersi sono sempre quelle: falso ideologico commesso da pubblico ufficiale, peculato e tentata truffa.
Lo scandalo dei green pass: il medico ascolano resta in carcere
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