di Maria Nerina Galiè
Chirurgia, Ortopedia e Otorinolaringoiatria, accorpate al terzo piano dell’ospedale “Madonna del Soccorso” di San Benedetto: «La situazione dovrebbe risolversi tra fine febbraio e inizio marzo». A dirlo è il dottor Giancarlo Viviani, direttore del presidio unico ospedaliero dell’Area Vasta 5, che annuncia «lo spostamento di Ortopedia al secondo piano e l’attivazione del progetto “Ortogeriatria”, cioè un percorso clinico-assistenziale integrato che affronta la complessità del paziente anziano con frattura di femore».
Per quanto riguarda Otorinolaringoiatria, il dottor Viviani precisa che l’attività «è sempre stata garantita in entrambi gli ospedali, di San Benedetto ed al “Mazzoni” di Ascoli, nonostante l’inevitabile riduzione delle sedute operatorie dovuta all’emergenza pandemica».
«Oculistica non è mai stata interessata da chiusura e ha sempre lavorato a pieno regime in entrambi gli ospedali dell’Area Vasta 5», afferma ancora il direttore degli ospedali piceni, nell’annunciare che la Centrale Operativa del 118, rimasta senza primario dal pensionamento del dottor Flavio Paride Postacchini, lo scorso 1 gennaio, sarà diretta per 9 mesi dalla dottoressa Tiziana Principi, direttore del Dipartimento emergenza e accettazione dell’Area Vasta 5 e della Rianimazione del “Madonna del Soccorso”.
La dottoressa Principi ha preso le redini della centrale operativa del 118, in quanto l’unica persona che ha risposto all’avviso per l’attribuzione dell’incarico di sostituzione in servizio presso la medesima unità operativa, non aveva i requisiti. Il direttore del dipartimento se serve prende ad interim un altra Unità operativa. Inoltre, la dottoressa ha alle spalle un’esperienza ventennale di 118, ad Ancona, ed elisoccorso.
L’emergenza Covid e la mancanza di personale danno molti argomenti a chi, proprio in questi giorni, sta rinfocolando il dibattito sulla Sanità Picena in vista del Pnrr e del nuovo Piano Socio Sanitario, tirando in ballo le criticità degli ospedali “Mazzoni” e “Madonna del Soccorso”. Non è un momento facile, per nessuno. Non lo è per gli operatori, sovraccarichi di lavoro, non lo è per i cittadini, ai quali vanno garantite le cure e le migliori condizioni per accedervi. Non è questo il momento di “metterci il carico”, ma di sperare che la pandemia allenti la morsa prima possibile, per poi rimboccarsi le maniche. Ed a quel punto sì, pretendere che chi di dovere, si dia da fare per rendere il sistema efficiente.
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