di Luca Capponi
L’ultima volta siamo stati qui nell’ottobre del 2018, ma documentammo la cosa entrando dall’ingresso opposto, cioè quello di Porta Torricella (clicca qui per il resoconto). Stavolta, a tre anni e più di distanza, abbiamo fatto il giro partendo dalla Cartiera Papale.
Lo scenario, purtroppo, è sempre lo stesso, ovviamente in peggio. La ormai ex ciclopedonale sul Castellano è divenuta a tutti gli effetti un sentiero per appassionati di natura selvaggia (ci si perdoni l’ironia…), fianco a fianco al corso del fiume, tra lampioni sradicati, detriti, rifiuti e una strada che di colpo si interrompe perchè franata. Nel punto esatto, qualcuno ha costruita una piccola scaletta di legno in modo da raggiungere agevolmente le belle acque del Castellano.
Magra consolazione per un’opera la cui storia è stata a dir poco travagliata. E che ormai tutti in città conoscono. Inaugurata una quindicina di anni fa per favorire passeggiate, corsette e pedalate, in un luogo molto suggestivo della città, la collocazione “ardita” in una zona che definire franosa è poco, almeno stando a come sono andate le cose, ne ha interrotto due volte la fruizione. La prima fu sanata da un ulteriore esborso di denaro da parte della Provincia (portando il totale a ben oltre i 200.000 euro del ripristino), la seconda, nel 2013, con lo smottamento fatale che la rese impraticabile.
Poco importa che, negli anni, sia Comune che Provincia abbiano manifestato l’intenzione di porre rimedio al “disastro”: il risultato, sotto gli occhi di tutti, sembra a questo punto difficilmente recuperabile. Così come i denari utilizzati, letteralmente buttati a mare. Anzi…a fiume.
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