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Pnrr Sanità: fronte comune dei sindaci del Piceno: «Squilibrio nella ripartizione delle risorse, AV5 penalizzata»

APPELLO dei primi cittadini ai rappresentanti istituzionali del territorio in Regione: «Attivarsi per garantire una programmazione equa e rispondente alle esigenze del nostro territorio, partendo da un confronto su proposte concrete come quelle avanzate dai sindaci dell'Ats 3». Tra i firmatari del documento non figurano Fioravanti (Ascoli) e Spazzafumo (San Benedetto)
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L’assessore Filippo Saltamartini

 

«Tutte le decisioni che riguardano le condizioni di vita e i diritti delle persone, che impongono innovazioni, meritano di essere precedute da un grande confronto su proposte elaborate e condivise anche dal basso e che coinvolga le Istituzioni territoriali, chi lavora nei servizi del welfare sociale e sanitario, le organizzazioni sociali e sindacali».

 

Saltamartini con la collega assessore Giorgia Latini, “rappresentante istituzionale del territorio in Regione”

Dopo la presentazione odierna del Pnrr Sanità da parte della Regione Marche, è quello che dicono numerosi sindaci della provincia di Ascoli, la maggioranza della “Conferenza dei sindaci”.

In ordine alfabetico, eccoli: Mauro Bochicchio (Castel di Lama), Giovanni Borraccini (Rotella), Andrea Cardilli (Colli del Tronto), Antonio Del Duca (Montedinove), Graziano Fanesi (Castorano), Francesco Leoni (Roccafluvione), Sergio Loggi (Monteprandone e anche presidente dells Provincia), Alessandro Lucciarini de Vinenzi (Ripatransone), Alessandro Luciani (Spinetoli), Roberto Luciani (Cossignano), Amedeo Lupi (Force), Luigi Massa (Offida), Gianfilippo Michetti (Carassai), Sara Moreschini (Appignano del Tronto), Massimo Narcisi (Monsampolo del Tronto), Enrico Piergallini (Grottammare), Fabio Polini (Castignano), Massimo Romani (Massignano), Pierpaolo Rosetti (Acquaviva Picena), Matteo Terrani (Folignano).

 

E proseguono: «In questi giorni l’Italia e tutte le regioni italiane sono chiamate a discutere proposte di organizzazione dell’offerta di salute nei territori che saranno realizzate grazie alla missione 6 del Pnrr. A tal riguardo, nell’Area Vasta 5, come istituzioni avremmo voluto una co-programmazione preventiva attraverso confronti e proposte istituzionali anziché chiamarci a condividere scelte precedentemente prese in altre sedi.

In merito all’incontro svoltosi nella giornata dell’11 febbraio, riteniamo che non sia questo il metodo giusto adatto da perseguire risultati in grado di soddisfare le istanze dei territori.
È necessaria infatti una co-programmazione da fare con tutti gli attori del settore al fine di trovare la massima collaborazione possibile nel disegnare una rete realmente garante dell’assistenza del territorio dalla montagna alla costa, senza lasciare nessuno indietro.

E non è un caso se proprio nella riunione indetta dall’Area Vasta noi sindaci abbiamo avanzato richieste strutturate e complete in grado di migliorare l’offerta attualmente proposta dalla Regione Marche, al fine di far sì che il Pnrr salute non sia la più grande occasione persa dal territorio dell’AV5, ma bensì sia davvero lo strumento utile a dare una nuova programmazione in ambito sanitario.

L’assessore Guido Castelli (primo a destra) seduto accanto a Saltamartini durante un incontro ad Ascoli. Nello stesso tavolo anche Giorgia Latini, Marco Fioravanti e il governatore Acquaroli

In quest’ottica l’interesse delle istituzioni che rappresentiamo non è quello di rivendicare la maggior presenza di strutture in ognuno dei nostri comuni, piuttosto quello di impegnarsi ad instaurare un clima solidaristico e di condivisione al fine di soddisfare i bisogni di tutela del diritto alla salute fatto di domiciliarità, telemedicina, assistenza territoriale, e strutture di eccellenza in grado di rispondere in maniera adeguata alle acuzie.
Sarebbe infatti un errore considerare il Pnrr come uno strumento utile solo all’individuazione di immobili da destinare a Case o ospedali di comunità.

Occorre pensare a come fare per trasformare i presidi finanziati con il Pnrr in strutture erogative dei LEA (livelli essenziali di assistenza) , in modo tale che gli stessi vengano percepiti dalla collettività interessata ai massimi livelli possibili ed integrarli in maniera adeguata con quanto già esistente sul territorio.

Una mission, questa, ineludibile e da affrontare e risolvere con la consapevolezza che necessita rendere disponibili dalla Regione ampie risorse finanziarie da impegnare per funzionamento delle strutture territoriali.
Per questo la raffazzonata riunione convocata dalla Regione con sole quarantotto ore di anticipo senza inviare preventivamente alcuna documentazione ci lascia profondamente insoddisfatti, crediamo che la procedura attuata dalla Regione abbia aumentato una confusione che rischia di condannare la Sanità dell’AV5 ad un’arretratezza di cui pagheranno le conseguenze i cittadini in quanto non vediamo alcuna programmazione di servizi territoriali, elemento discriminante rispetto ai criteri da dover rispettare per l’utilizzo dei fondi della Mis. 6 del Pnrr.

Rileviamo inoltre un palese squilibrio nella ripartizione delle risorse tra le varie aree che vede AV5 penalizzata.

Da questo punto di vista se la dichiarazione dell’assessore Saltamartini fatta di fronte a tutti noi “nulla è deciso, nemmeno i miei colleghi di Giunta conoscono il Piano” fosse vera, l’appello ai rappresentanti istituzionali di questo territorio in Regione è quello di attivarsi nei fatti per garantire una programmazione equa e rispondente alle esigenze del nostro territorio, partendo da un confronto su proposte concrete come ad esempio quelle avanzate da parte dei Sindaci dell’ATS 23 che sono state formalmente prese e notificate.

Infine come massimi rappresentanti del territorio, pensiamo non sia più rinviabile la costituzione della conferenza dei sindaci di area vasta, e a tal riguardo ci rendiamo disponibili a trovare soluzioni e proposte condivise per la sua piena funzionalità nella consapevolezza che noi sindaci siamo la massima autorità sanitaria ed è quindi un nostro diritto e un dovere della regione quello di co decidere in merito alla programmazione sanitaria territoriale, e sarebbe un errore politico non provvedere in questa direzione. Un errore che qualora perseguito porterebbe all’utilizzo di tutti i mezzi utili volti a scelte condivise, fino ad azioni nelle sedi opportune».

 

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