Il leone senza bocca della “Fontana dei cani”
di Andrea Ferretti
Controllo e interventi di manutenzione sui monumenti che rappresentano la storia di Ascoli. I componenti di “Ascoli Nostra” (ci sarà un motivo per cui si chiama così) torna all’attacco. Anzi, non ha mai smesso di farlo nel suo ruolo – encomiabile per tanti, fastidioso per qualcuno – di puntuale sentinella cittadina.
La Fontana dei cani
«Pezzo dopo pezzo, stiamo perdendo in maniera strisciante un patrimonio unico e non ricostruibile» dicono. Con decine di esempi, hanno ragione da vendere.
Ecco allora la pietra mancante della seduta sotto la Loggia dei Mercanti, praticamente in Piazza del Popolo. Nella stessa chiesa di San Francesco, sul portone della facciata principale in Via del Trivio, sono diventate famose le “colonnine sonanti”. Ma da tempo sono in condizioni pietose, spaccate in più punti, con alcuni frammenti sono andati perduti o magari finiti come soprammobili in qualche casa “Ascoli Nostra” ha segnalato più volte questa situazione di degrado chiedendo un urgente intervento di consolidamento. «Non si è mosso nessuno, inoltre sul portale di destra da anni la colonnina che sorregge il leone è stata coperta da un tavolato: quale sarà l’attuale staticità del pilastro? Viene monitorata?».
Il leone sdentato del monumento ai Giardini pubblici
A proposito di leoni, ad Ascoli ce ne sono due, altrettanto antichi, pezzi di storia cittadina. Ma a uno manca un pezzo di mascella, ad un altro quasi l’intera bocca. Come dire: leoni sdentati. Il primo è quello ai piedi del monumento di Re Vittorio Emanuele II ai giardini pubblici, che sta lì dal 1961 quando venne spostato da Piazza Arringo. L’altro è uno dei due felini della “Fontana dei Cani”. Non sono cani ma leoni, e si chiama così per la bassa altezza della vasca che favoriva l’abbeverarsi dei cani quando ancora erano pochissime le persone che li accudivano. Uno dei due ha perso il muso del tutto. Resta il tubo di ferro dell’acqua che spunta da quella che un tempo era la bocca del leone.
Situazioni simili ci sono anche nel pozzo al centro del Chiostro di San Francesco, con colonnine e fregi spaccati, e pezzi perduti. L’amara conclusione di Ascoli Nostra: «Da trent’anni le nostre segnalazioni e le richieste di intervento purtroppo vengono quasi sempre ignorate».
La speranza, non solo di “Ascoli Nostra”, è che possa portare qualche tangibile beneficio la presenza in città della sede della Soprintendenza Marche Sud, che opera anche sulle province di Fermo e Macerata e il cui responsabile è Pierluigi Moriconi, funzionario e storico dell’arte della Soprintendenza archeologica belle arti e paesaggio delle Marche.
La sede provvisoria è a Palazzo Bazzani (quello di Confindustria) che sta a dieci metri dalla Loggia dei Mercanti e dalle “colonnine sonanti”, a venticinque dal Chiostro. Per raggiungere invece la “fontana dei cani”, o il monumento di Re Vittorio Emanuele II, occorrono, a piedi, cinque minuti. Quelli della pausa caffè.
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