di Lino Manni
Tira il fiato l’Ascoli, tira una sola volta in porta e perde la partita. Il picchio non vola, mentre le rondinelle prendono la vetta della classifica della B. A Brescia si interrompe la striscia positiva della squadra di mister Sottil, ancora relegato in un box dello stadio. Pippo Inzaghi invece vince, conquista la vetta e… mantiene la panchina. Viste le gare ravvicinate, l’Ascoli alterna diversi giocatori rispetto all’ultima in casa. Stessa cosa il Brescia che probabilmente ha una rosa più qualitativa. A vedere Palacio nell’undici titolare mi è tornata in mente la canzone di Modugno Il Vecchietto, quella che faceva “… il vecchietto dove lo metto, dove lo metto non si sa, mi dispiace, ma non c′è posto, non c’è posto, per carità…”. Invece Inzaghi sapeva dove mettere Palacio e lui dove farsi trovare. L’argentino, 40 anni qualche settimana fa, ha fatto la differenza, ovvero i due gol. Sul primo più che un 40enne mi è sembrato un 15enne affonda e chiude in gol un triangolo. Il raddoppio è da scuola calcio: come si difende la palla per poi calciare (e magari anche segnare) in porta. Al di là dei lampi dell’ex Genoa, Inter e Bologna, ho visto un Ascoli stanco, molto stanco. A centrocampo Maistro non riesce mai a trovare la giusta posizione, Collocolo un difensore aggiunto, Buchel giostra in un raggio di trenta metri. Caligara, subentrato, fa anche peggio. Saric, il migliore del reparto, sembra predicare nel deserto. In difesa partita da dimenticare per Salvi e Botteghin a corto di fiato. Bene Falasco: se fosse stato aiutato dalla fortuna ora magari si commentava un’altra partita. Una serata no per tutti. Meglio allora pensare subito alla prossima. Per mister Sottil il collegamento telefonico no stop con la panchina stavolta non è giovato a nulla.
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