di Luca Capponi
(foto e video di Giandomenico Lupi)
Freddo pungente, tanto, per la chiusura del Carnevale più “strano” degli ultimi anni. Sospeso tra una semi riapertura dopo due anni di buio e venti di guerra dall’est Europa. Tra la voglia di lasciarsi tutto il brutto alle spalle e una realtà che a volte, anzi spesso, non fa sconti.
Davanti a un Palazzo dei Capitani illuminato per tenere viva la tradizione, nonostante il concorso mascherato costretto a dare forfait per la seconda volta di fila a causa del Covid. Ma come già accaduto sin da giovedì scorso, la verve degli ascolani in materia va ben oltre. Si chiama passione, dna, attaccamento. Difatti qualcuno dice “Quest’anno me so mascher(in)ate lo stesso“, anche se al posto delle solite maschere ci sono solo…mascherine antivirus. Lo stesso che spera di evitare chi si trova solo alla…745esima dose.
“Ascoli Piceno città della coltura 2024“, dicono invece alcuni parafrasando fantasiosamente lo slogan che vede la città in lizza per il prestigioso fregio ma della più nobile “cultura”. Qui però non si scherza. C’è chi scende in Piazza del Popolo già dal primo pomeriggio, anche se sono pochini.
Qualche bambino può correre libero nel salotto buono, coriandoli alla mano. Una scena impensabile fino a qualche anno fa, quando qui si faceva fatica persino a camminare, tra una massa di gente sommersa di sorrisi, musica, brusio: il teatro di strada del Carnevale era un caravanserraglio di fantasia e risate all’aria aperta, incurante del meteo. Con tanti di luminarie apposite, di cui qualcuno non riesce a fare a meno, tanto che arriva a…indossarla, urlando il proprio dispiacere per essere stata “abbandonata” ormai dal 2020.
C’è pure chi, orfano del Carnevale, sostiene che è meglio “lasciarlo perdere”, proprio come una fontanella. All’interno del Caffè Meletti, palco d’eccezione su un palco d’eccezione, c’è chi sfila in tenuta sexy o compila una lista della spesa sui generis, nonostante la situazione si sia messa “pagghiosa” a suon di…paglia. E chi, con paragone osè, parla di ecobonus e superbonus mostrando delle ragazze dalle forme prosperose.
Oggi che tutto è in tono minore, compresi luoghi storici del Carnevale Piceno come Castignano, Offida e Acquasanta, c’è un battito di buonumore che si fa spazio tra il freddo. E probabilmente è giusto così.
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