di Federico Ameli
Figlio, fratello, marito, professore. Ma anche amante dello sport, della musica e della politica. Eppure, per la sua Offida e non solo, Roberto D’Angelo era qualcosa di più.
Si intuisce dall’atmosfera che si respira a Offida sotto il loggiato di Piazza del Popolo, che nonostante una chiesa della Collegiata già stracolma, la leggera pioggia e le temperature tutt’altro che gradevoli ha faticato a contenere la folla accorsa ai funerali per salutare un’ultima volta il quarantenne tragicamente scomparso nella serata di martedì 1 marzo, stroncato da un malore che non gli ha lasciato scampo a due passi dal cuore pulsante del Carnevale offidano.
Una comunità in lutto – proclamato per l’occasione dal sindaco Luigi Massa – pronta a stringersi attorno al dolore dei familiari, con i componenti della Congrega la P’tona, i membri del corpo bandistico, i colleghi, gli studenti e i tanti amici giunti dai paesi vicini per rendere il giusto omaggio a una vita strappata troppo presto e offrire un po’ di conforto alla mamma Nicolina, alla sorella Antonella e alla moglie Emanuela.
«La sua bellezza traspariva dal suo sguardo azzurro, dolce e penetrante – ha ricordato il parroco nel corso dell’omelia – una dolcezza espressa con tutti voi: il vostro affetto dice molto della persona che Roberto era. Mai una parola fuori posto, sempre attento alle necessità degli altri».
Al termine della celebrazione in tanti hanno voluto ricordare Roberto, a partire dal sindaco Luigi Massa.
«I ragazzi della scuola e gli amici della Congrega continueranno a crescere con te, seguendo il tuo esempio, come tutte le persone con cui condividi il lavoro, l’impegno sociale, la passione politica, lo sport – ricorda il sindaco – quante cose riesci a mettere nelle ore del giorno, che ai più sembra non bastino mai.
Un amico comune mi ha detto: “Roberto dove non arriva tira il cappello”, perché solo i migliori riescono a gettare il cuore oltre l’ostacolo. Ho parlato al presente, perché rimarrai sempre il nostro presente, una colonna incrollabile di Offida».
Toccante anche il ricordo della sorella Antonella. «Avevo quasi 6 anni quando babbo mi disse che sarebbe arrivato un fratellino o una sorellina. Sei arrivato tu, Roberto, un bellissimo bimbo biondo e paffuto.
Avevi fretta di esplorare e conoscere il mondo, con lo stesso passo spedito con cui hai affrontato le tappe della tua vita, con umanità e profondità, ma con la leggerezza che il tuo sorriso donava a chi hai incontrato. L’Istituto Agrario che hai tanto amato è stato l’inizio di un percorso che ti ha portato a diventare professore, curando quei vigneti che sarebbero diventati il tuo futuro.
Abbiamo sofferto insieme per la morte di nostro padre: io chiusa nel mio dolore, tu subito pronto a ripartire. Adesso sei con lui, spero che ti abbracci e ti dica quanto ti ha amato. Spero anche che tu possa sentire il calore della tua Offida e di chi ti apprezzava per tutto ciò che facevi. Sei il nostro Angelo».
Anche gli studenti dell’Agraria hanno voluto salutare a modo loro l’amato professore. «Grazie per averci insegnato come affrontare la vita, con il sorriso e la spensieratezza – ricorda uno dei suoi ragazzi – da tutti noi non verrai mai dimenticato, saremo noi ragazzi a far conoscere alle nuove generazioni la gran persona che eri. Buon viaggio, prof».
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