In un momento storico in cui le imprese del Piceno stanno già facendo i conti con l’emergenza sanitaria, il caro energia e il vertiginoso aumento dei costi delle materie prime, le recenti tensioni tra Russia e Ucraina rischiano di ripercuotersi ben presto sul piano economico anche a livello locale, abbattendosi in maniera potenzialmente drammatica su settori chiave del tessuto imprenditoriale nostrano.
Oltre a condannare fermamente ogni forma di violenza, la CNA di Ascoli esprime una forte preoccupazione per le sorti di diverse realtà locali legate più o meno direttamente al mercato orientale, in questi giorni alle prese con una crisi senza precedenti che sta già facendo avvertire i suoi effetti anche sull’economia italiana.
Per cercare di contrastare efficacemente le ripercussioni del conflitto sul territorio, la CNA Picena chiede alle istituzioni di intervenire e di promuovere al più presto misure in grado di limitare l’impatto della guerra sui conti delle nostre imprese. In questo senso, il rifinanziamento della legge regionale 13 del 2020, dedicata alla concessione di prestiti agevolati o all’abbattimento dei costi per l’accesso al credito bancario, rappresenterebbe un buon punto di partenza per garantire una boccata d’ossigeno a chi ogni giorno, nonostante tutto, fa impresa per il bene di tutto il territorio.
«Uno strumento particolarmente efficace – conferma Francesco Balloni, direttore della CNA Picena – che in questa fase potrebbe offrire un contributo importante alle imprese che ad oggi, con particolare attenzione al settore manifatturiero, devono far fronte a un improvviso blocco delle commesse e delle fiere. Una paralisi dell’export comporterebbe danni irreparabili a livello locale: per questa ragione risulta indispensabile trovare soluzioni adeguate che consentano di sopperire alle criticità dei prossimi mesi, nella speranza che il conflitto possa risolversi quanto prima, per il bene di tutti».
Contributi mirati per sostenere concretamente chi, per via della guerra, ha anticipato degli investimenti e ora si trova a dover dire addio a ordini e soprattutto incassi, e chi invece stava cercando di ritagliarsi uno spazio nel mercato russo e vede ora sfumare quest’opportunità nonostante i segnali incoraggianti di queste prime settimane del 2022.
Come rilevato dall’Osservatorio lavoro CNA, infatti, a gennaio le piccole imprese artigiane hanno fatto registrare un aumento dell’1,6% sul fronte occupazionale rispetto allo scorso dicembre e del 3% su base annua, sintomo di una crescita costante in termini di assunzioni e di avvicendamento professionale.
Un quadro occupazionale positivo per le imprese artigiane, rimesso tuttavia in discussione dai recenti eventi in Ucraina. «La nostra preoccupazione è rivolta non solo alle aziende, ma anche ai cittadini e alle famiglie, costretti quotidianamente a dover fronteggiare gli aumenti incontrollati dei prezzi, una problematica che coinvolge in maniera diffusa sia i beni di prima necessità che tutti gli altri settori – dichiara Arianna Trillini, presidente della CNA Picena -. La povertà è la più grande sconfitta che una guerra possa portare, con conseguenze devastanti in termini di reperibilità e di rincari. Come CNA siamo convinti che il dialogo sia l’unica soluzione per risolvere al più presto il conflitto e riprendere il percorso di crescita avviato nelle ultime settimane».
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