di Maria Nerina Galiè
«La parte più difficile di questa situazione è non farti prendere dall’empatia, ma quando senti i bambini piangere o vedi i genitori disperati perché hanno perso tutto, allora sei costretto a ricacciare dietro la commozione»: questo il commento di Gunther Pariboni, reporter che vive ad Ascoli dal 2019 e collaboratore, tra le altre cose, anche di Cronache Picene.
Pariboni, telecamera in mano e coraggio – come stanno dimostrando tanti colleghi per raccontare al mondo intero gli effetti reali di quella che il governo russo si ostina a definire “operazione speciale” – è lì per conto della Xentek, che fornisce materiale audiovisivo e fotografico a Rai e Mediaset.
«La mattina ero a prepararmi il caffè a casa – racconta, attraverso messaggi a intermittenza che riesce ad inviarci – e la sera ero a Chisinau, in Moldavia, con il cameraman Lorenzo Turi e il giornalista del Tg1, Giacinto Pinto. La sensazione è quella di stare in piedi su una sfera. In qualsiasi momento sai che in questa zona di pace, la Moldavia, potrebbe scoppiare la guerra anche domani.
La tappa successiva è stata Palanca, al confine con l’Ucraina.
Abbiamo visto forse più di un migliaio di persone che aspettava i loro cari e anche i rifugiati oramai in salvo. Colpisce molto l’umanità dei poliziotti dei poliziotti di frontiera: il loro gabbiotto, riscaldato, è diventato una nursery per cambiare i bambini».
Non stanno mancando le brutte avventure: «Da lì poi ci siamo spostati in Transnistria, uno stato autonomo non riconosciuto da nessuno, che è un avamposto russo con tanto di carri armati e militari russi.
Siamo stati seguiti dal Kgb perché insospettiti da come usavamo i cellulari per riprendere, anche se in realtà penso che ci stavano seguendo da diverso tempo».
Günther Pariboni, 43 anni, una laurea in comunicazione e diversi anni passati come documentaristica, (ha un trascorso con la Cnn e Discovery Channel) nel 2019 ha scelto di vivere ad Ascoli, dopo aver perso il lavoro a Bari: «Considero questa città e la Xentex un’opportunità per ricominciare professionalmente e umanamente».
Non si è tirato indietro quando gli è stato chiesto di recarsi sui luoghi di questa guerra, inopportuna, anacronistica, fuori controllo e, quindi, ancor più pericolosa
LA FOTOGALLERY di Gunther Pariboni
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