di Luca Capponi
“Ciao Alberto, saluta Costantino”. Così la curva omaggia Alberto Liberati. Uno striscione esposto a metà primo tempo. Prima del match, invece, capitan Dionisi aveva depositato una corona nel settore che ospita i tifosi provenienti dal Fermano, in ricordo dello storico fondatore del club “Costantino Rozzi” di Montegiorgio: una persona garbata, gentile e profondamente legata ai colori bianconeri. Applausi commossi del “Del Duca”, lo stadio che ha sempre amato. Dedicargli una vittoria così importante sarebbe bello.
Importante sì, perché Ascoli e Frosinone è sfida dal sapore playoff, con le due squadre divise solo da 2 punti ed in piena corsa per gli spareggi. Due squadre che giocano bene e che rispecchiano appieno lo spirito dei rispettivi allenatori. A proposito, a guidare la squadra ciociara c’è Fabio Grosso, campione del mondo con l’Italia nel 2006, di cui fu protagonista assoluto. A fine anni ’90 però ce lo ricordiamo bene con la casacca del Chieti duellare coi bianconeri, ai tempi duri della Serie C.
Difatti la partita è ben equilibrata, e viene sbloccata come sovente accade in questi casi da una invenzione, quella di Bidaoui al ventesimo, che porta in vantaggio il Picchio e fa esplodere la curva.
Il grande ex Dionisi (192 partite e 62 gol col Frosinone tra il 2014 e il 2021, prima di passare proprio all’Ascoli) è in panchina, mentre l’altro, Paganini (ben 9 stagioni in maglia giallo azzurra), è titolare. Altro dato: l’incrocio tra i due gemelli Federico (Ascoli) e Matteo Ricci (Frosinone), sono rispettivamente in panchina e a dirigere il centrocampo frusinate. Matteo uscirà all’inizio della ripresa, Simone entrerà a dieci minuti dal termine. Curiosità: una volta sola hanno giocato insieme, con lo Spezia nel 2019-2020. Immancabile la presenza dei familiari in tribuna. Col cuore diviso a metà. Ci sta.
Al gong di primo tempo che conferma l’equilibrio, Maistro fa tremare la traversa di Minelli e i cuori dei quasi 4.000 presenti allo stadio in un pomeriggio umido e particolarmente freddo.
Legno rimesso in parità all’inizio della seconda frazione da Rodhen. Poco dopo Maistro fa il bis e centra il palo. Sembra una gara a colpi di sfortuna.
E mentre la curva canta incessantemente, il Frosinone ci prova. L’Ascoli tiene, risponde in contropiede, difende il gol di vantaggio. Poi una sfortunata deviazione di Buchel su conclusione di Boloca ferma il match sull’1-1 a cinque minuti dalla fine.
Le schermaglie finali producono nulla. L’arbitro Serra (quello del discusso Milan-Spezia) fischia tre volte e manda tutti negli spogliatoi. In un clima polare. Equilibrio rispettato. Sorpasso mancato.
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