di Maria Nerina Galiè
(foto e video di Giandomenico Lupi)
Radioterapia di ultima generazione nell’Area Vasta 5. Una realtà che opera al “Mazzoni” di Ascoli – completa di Tc-simulatore, acceleratore lineare a modulazione di intensità e, non da ultimo, direttore dell’unità operativa – dallo scorso autunno, inaugurata e spiegata nel funzionamento e nei vantaggi oggi, 11 marzo.
Al taglio del nastro, rinviato per mesi causa Covid, anche gli assessori regionali alla Sanità Filippo Saltamartini, Guido Castelli e Giorgia Latini, il direttore Asur Nadia Storti, il consigliere regionale Andrea Maria Antonini, i sindaci di Ascoli, Marco Fioravanti, e di San Benedetto Antonio Spazzafumo, in vescovo della Diocesi di Ascoli monsignor Gianpiero Palmieri. A fare gli onori di casa, il direttore di Area Vasta 5 Massimo Esposito, il primario della Radiologia Carlo Marinucci e dell’unità ospedaliera di Radioterapia Antonio Ferretti, responsabile del servizio da settembre 2021.
Il primo macchinario si chiama TC-simulatore e funziona in maniera simile alla Tac utilizzata per la radiodiagnostica. L’apparecchio, dal costo di circa 450.000 euro (comprese le opere murarie) è operativo da maggio 2021 nella struttura di Radioterapia.
Offre immagini molto dettagliate dei volumi del paziente da irradiare per ottimizzare la terapie, permettendo di simulare i campi di trattamento, che verranno poi impiegati sulle macchine per terapia ed identificare il posizionamento più idoneo che il paziente dovrà tenere al fine di concentrare completamente la dose al tumore.
E’ una Tc a 64 strati e viene utilizzata anche dai colleghi della Radiologia Interventistica in specifiche fasce orarie anche con lo scopo di ottimizzare le risorse. Al Tc simulatore si abbina l’acceleratore lineare, il nuovo “Linac Varian TrueBeam”.
Il progresso tecnologico ha consentito lo sviluppo di tecniche di irradiazione sempre più precise e selettive. Tra queste, la Vmat (Volumetric Modulated Arc Therapy) e la Igrt (Image Guided RadioTherapy) che, combinate fra loro, permettono di concentrarsi con dosi di radiazione più elevate e quindi più efficaci, ma solo sulle cellule interessate.
All’alta qualità del trattamento non corrisponde una maggiore invasività, al contrario: la rapidissima acquisizione delle immagini CbCt (Cone Beam CT) agevola il comfort del paziente durante la seduta.
Sono diversi i vantaggi concreti per la persona: la riduzione dei tempi di radioterapia, sia per singola seduta che per numero di sedute totali, la non invasività della procedura, con un conseguente minore stress per il paziente e per la sua condizione psicofisica generale, le maggiori possibilità di controllo della patologia, il maggior risparmio dei tessuti sani circostanti e quindi minori effetti collaterali, con un notevole miglioramento della qualità di vita sia a breve che a lungo termine.
Il costo complessivo tra acquisto del Linac e opere murarie è stato di circa 1.700.000 euro ed è in funzione da novembre 2021.
«Mi preme evidenziare come aggiornamento e innovazione sono la linea di indirizzo strategica, volta ad elevare prestazioni e rendere la struttura pubblica competitiva e attrattiva nei confronti del privato», ha esordito Esposito, nel ringraziare le autorità presenti ma anche «tutti gli operatori sanitari, che vanno avanti giorno per giorno, nonostante le difficoltà legate alla pandemia e non solo, per garantire i servizi sanitari».
La dottoressa Storti ha parlato di «abbattimento dei tempi delle cure, quindi delle liste di attesa» e, cosa ancora più importante, di «precocità dell’intervento volto a contrastare malattie oncologiche, favorendo una migliore qualità della vita, permettendo di salvarla una vita in qualche caso».
«Non dimenticate mai, però – è stato il monito del numero uno dell’Asur, rivolta ai numerosi medici presenti, anche di altre Aree Vaste – quando siete di fronte a pazienti che curate per malattie gravi, la vostra eticità ed il codice deontologico nel trattarli».
Perché è stato ribadito in tutti gli interventi che le macchine salvano la vita ma determinanti sono la professionalità e l’umanità delle persone che le muovono.
L’equipe della Radioterapia, formata appositamente all’utilizzo dei nuovi macchinari, è attualmente composta da 4 medici, oltre al responsabile, 9 tecnici sanitari di radiologia medica, 4 infermieri professionali, 2 collaboratori ausiliari e 2 collaboratori amministrativi (l’organico è stato ripristinato di recente con l’introduzione di un medico e due tecnici). Si eseguono trattamenti dalle ore 7,30 alle ore 19 dal lunedì al venerdì.
Si tratta di strumentazioni dal costo di oltre 2 milioni di euro. «Pertanto – hanno ricordato sia la Storti che Marinucci – saranno ottimizzati nell’utilizzo. Saranno sempre in funzione anche a vantaggio di altre specialità».
Con i sindaci Fioravanti e Spazzafumo, che si sono dimostrati coesi e pronti a contrastare chi «vuole dividere il territorio in campo sanitario», è stato ribadito il concetto di una Sanità picena che si appoggia sui due plessi, il “Mazzoni” di Ascoli ed il “Madonna del Soccorso” di San Benedetto.
Maggiore tecnologia e specializzazione dei professionisti vuol dire anche meno mobilità passiva, che necessario contrastare.
«All’inizio del mio mandato di assessore al Bilancio – ha non a caso sottolineato Castelli – ho avuto a che fare con il tema dei rimborsi per i pazienti oncologici che andavano a curarsi fuori».
Ha parlato di crescita l’assessore Saltamartini, in «un’ottica regionale, perché le Marche sono ai primi posti, a livello nazionale, per cure oncologiche. E lo dimostra il fatto che molti, andando a curarsi in centri ritenuti migliori, si sentono dire: “il meglio lo avete nella vostra regione”».
«In questa provincia – ha continuato l’assessore – ci sono due acceleratori lineari (il primo è entrato in funzione nel 2018). Presto ce ne sarà uno anche in Area Vasta 3 (Maceratese) e svilupperemo una rete oncologia.
Non si può più ragionare come Ascoli, San Benedetto, Macerata. E’ un modo di pensare controproducente. Non è tempo di puntare alle cure “sotto casa”, ma di cercare il posto migliore, l’eccellenza. E questa si ottiene mettendo insieme il meglio di ogni specialità, innalzando la qualità».
«Dal punto di vista strategico – sono sempre le parole dell’assessore alla Sanità delle Marche – ritengo che il “Mazzoni” sia molto bello. Miglioriamolo. Nel contempo, doteremo il territorio di ospedali e case di comunità, come da Pnrr. Vogliamo parlare di criticità? Resta quello della carenza dei medici, che pure ci adopereremo per contrastare». (Continua dopo il video).
Poi, rivolto agli operatori sanitari, ha ricordato loro l’importanza del lavoro che svolgono: «la vostra è una missione».
Sulla crisi ucraina, Saltamartini: «Accogliamo i profughi e vacciniamoli gratuitamente. Non possiamo permetterci il rischio di nuovi focolai. Ho costituito una cabina di regia. Devo proteggere gli ospedali. E devo dare atto all’Area Vasta 5 di essere stata virtuosa durante la pandemia in questo senso, perché ha protetto gli ospedali dai focolai, qui registrati in misura inferiore rispetto ad altre realtà».
Sulla pandemia: «Il Covid: non è finito. Riapriamo, ma non è un “tana libera tutti”. Dobbiamo stare ancora molto attenti, per proteggere le persone fragili».
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