di Andrea Ferretti
Terremoto, emergenza neve, covid, venti di guerra. La Quintana, simbolo di una città, più forte di tutti per continuare a sperare e, soprattutto, tornare ad una vita normale come quella di fine 2019-inizio 2020, prima che tutto cambiasse di colpo per tutti. La rievocazione storica – grazie alla quale la Cento Torri è conosciuta come “Ascoli città della Quintana” ben prima di “Ascoli (per ora candidata) capitale italiana della cultura” – dal 1955, l’anno del rispolvero, si è fermata una sola volta nel 2020. Fu una decisione sofferta e controversa se è vero che in contemporanea due rievocazioni storiche “cugine” con annesse Giostre a cavallo – Quintana di Foligno e Giostra di Servigliano – si svolsero più o meno regolarmente.
Nel frattempo di acqua sotto i ponti n’è passata tanta. Dopo il terremoto, che vide la Quintana in prima fila nella gara di solidarietà verso le zone disastrate dal sisma, è arrivato il covid. E ora l’incubo di una guerra che, mentre esperti e pseudo tali dibattono su cause ed effetti, continua a produrre distruzione, paura, morte e dolore. La Quintana non ha nessuna intenzione di voltarsi dall’altra parte, sia ben chiaro, ma la vita deve continuare. E visto che è possibile andare a teatro e al cinema, ci sono tutti i presupposti anche per allestire il grande spettacolo all’aperto che coinvolge un’intera città, e non solo.
Sperando che nel frattempo non vengano attivate armi nucleari, le Quintane 2022 si faranno: quella di luglio sabato 9 e poi quella di agosto domenica 7. Di conseguenza, anche i rispettivi prologhi (Saluto alla Madonna della Pace e Offerta dei Ceri) e la gara degli arcieri di luglio. Quest’ultima lo scorso anno venne cancellata e poi posticipata a settembre. Risale invece al 2019 l’ultima edizione delle gare sbandieratori-musici, un “mondo” che il covid ha bloccato anche a livello nazionale. E’ del 2019 anche l’ultima volta di “Sestieri all’erta”, la manifestazione di giugno che dà la stura ai due mesi quintanari coinvolgendo adulti, ragazzi e bambini. Torneranno bandiere e “Sestieri all’erta”? Vedremo.
Di sicuro i Sestieri, cuore pulsante della manifestazione, sono reduci da due anni a dir poco complicati con i nuovi comitati che si insediarono poche settimane prima dello scoppio della pandemia. Mesi complicati anche per il Consiglio degli Anziani, “l’assessorato aggiunto” della Quintana. La dimostrazione che ci sia la volontà di mettersi il peggio alle spalle e ripartire, un anno fa furono gli strabilianti record dei cavalieri al Campo dei Giochi.
Al momento tutto è apparentemente in stand by, ma i cavalieri si stanno allenando e all’interno dei Sestieri si stanno studiando le attività per l’estate 2022. Per quanto riguarda il corteo, il nodo da sciogliere sarà quello del numero massimo dei figuranti. Fino al 2019 erano 150 a Sestiere, lo scorso anno 60 per il rispetto dei protocolli anti covid, quest’anno è probabile un assestamento intorno al centinaio di persone.
Nessuno meglio di Massimo Massetti, presidente del Consiglio degli Anziani, ma soprattutto quintanaro doc e non un politico prestato alla Quintana, può farci un quadro della situazione.
Quest’anno si faranno le Quintane? «Certo, sabato 9 luglio e domenica 7 agosto».
In un periodo in cui ci sono difficoltà per incontri in presenza, come stanno procedendo i rapporti con i Sestieri? «Abbiamo ricominciato a vederci in presenza dall’anno scorso, rispettando sempre l’uso delle mascherine al chiuso. I rapporti sono sempre all’insegna della collaborazione visto che l’obiettivo di tutti è quello di organizzare Quintane sicure e spettacolari».
Tu che sei anche vice presidente della Fisb, dopo due anni di stop, che sta succedendo nell’ambito delle attività, e quindi delle gare, dei gruppi sbandieratori e musici, sia a livello nazionale che ascolano? «Sicuramente il mondo bandiere ha risentito molto dello stop forzato. I ragazzi non hanno potuto provare, ma c’è voglia di ricominciare anche qui. L’importante è ripartire, anche a costo di ricominciare sottotono dal punto di vista tecnico rispetto alle ultime performance del 2019».
Il terremoto, il covid, ora anche la guerra che per fortuna ci vede solo spettatori: quale è stato il momento più difficile? «Il dolore causato dal terremoto, che ha distrutto tutti ma ha colpito direttamente anche i quintanari è stato sicuramente il momento più difficile. In generale, la pandemia prima e ora la guerra sono anni faticosi dal punto di vista psicologico. Penso soprattutto ai più giovani e al bisogno di ritrovare prima possibile la normalità».
Da quando sei presidente del Consiglio degli Anziani della Quintana, quale è stato il momento che ricordi con più piacere e/o soddisfazione? «Ci sono sicuramente tanti momenti che mi hanno dato grandi soddisfazioni. Sicuramente uno è stato organizzare la serata “Per i Castelli” colpiti dal terremoto, e poi la Quintana di luglio 2021 definita “delle 3 R”, ovvero: Ricordo (delle vittime del covid), Ringraziamento (ai tanti sanitari coinvolti in prima linea), Rinascita».
E la volta che invece hai davvero perso la pazienza? «La Quintana è fatta di emozioni, e può accadere che si perda la pazienza, ma e sempre controllata e si è subito pronti per ricominciare il cammino».
Quando sei diventato presidente, cos’è che avresti voluto fare e ci sei riuscito? «Il lavoro di dialogo e trasparenza con i Sestieri».
Cosa avresti invece voluto fare e non ti è stato possibile? «La Quintana del 2020».
Il ricordo della Quintana che ti è più caro, quello a cui sei legato di più? «In realtà ho tanti ricordi legati alla Quintana. Dalla famiglia, alla grande passione per la bandiera, alla fortuna di aver avuto vicino Giacinto Federici all’inizio del percorso da presidente. E poi poter contare sull’esperienza di Ilaria Isopi, il grande gioco di squadra tra Consiglio degli Anziani, sindaco, Amministrazione, Sestieri e tutto il mondo quintanaro. La Quintana è per me ossigeno puro e un amore infinito per la nostra tradizione».
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