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Capitale sfumata: «Territorio unito negli intenti e negli obiettivi»

L'INVITO congiunto della sezione locale di Italia Viva e di Popolari Ascoli, ad accogliere in questo modo il risultato della candidatura che ha visto primeggiare Pesaro. «Tuttavia  riteniamo che la partecipazione a tali concorsi richiede tempi lunghi e sinergia di azioni che, in così poco tempo, non possono essere sviluppate al meglio»
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Continuano gli interventi sul risultato della proclamazione di Capitale della Cultura 2024, che ha visto Ascoli e il Piceno dover cedere il posto a Pesaro, risultata vincitrice.

 

Maria Stella Origlia (Italia Viva)

«Esprimiamo amarezza per questo verdetto  – si legge in una nota congiunta di Italia Viva e Popolari Ascoli – ma vogliamo, al contempo, cogliere questo risultato come stimolo ed insegnamento per il futuro, cogliendo altresì l’occasione per ringraziare gli esperti che, nel dossier, hanno dato inizio ad un percorso articolato, che ha visto l’impegno di professionisti di vari settori della cultura.

 

Tuttavia, pur nel mancato traguardo, riteniamo che la partecipazione a tali concorsi richiede certamente tempi lunghi di studio, di ricerca, di approfondimento, ma soprattutto una sinergia di azioni che, in così poco tempo, non possono essere sviluppate al meglio.

 

Non è bastato evidentemente il grande patrimonio monumentale ed artistico apprezzato e riconosciuto ad ampio raggio in Italia ed all’estero: la progettazione integrata richiede mesi ed anni di lavoro. A tal riguardo riconosciamo che la città di Pesaro registra una lunga esperienza nella programmazione culturale (vedi Rossini Festival ed altro) ed accoglie nel vicino territorio una Università con tutto l’indotto ad essa circoscritto, ed il Conservatorio.
Riteniamo che occorra prepararsi ad un percorso strutturato e consolidato, non disperdendo ma migliorando ed implementando quanto già realizzato, considerando che il lavoro svolto ci ha permesso di essere tra le città entrate nella selezione finale.

Siamo ancor più amareggiati se pensiamo che non ha perso solo Ascoli, certamente la città capofila, ma tutto il territorio, considerato che tutti i comuni del Piceno hanno concorso a realizzare un obiettivo che avrebbe portato in questa terra martoriata dalla crisi economica, dai sismi e dalla pandemia, vantaggi di natura economica, occupazionale e di prestigio sociale e culturale.

Tuttavia, ribadiamo che il miglior modo per accogliere questo risultato sia quello di dare maggior valore all’unità di intenti e di obiettivi per il lavoro che si dovrà implementare nei prossimi anni, facendo uno sforzo straordinario per far convergere le migliori intelligenze ed il miglior capitale umano, oltre che professionale, facendo tesoro delle buone pratiche osservate, e facendo nostri i saperi e le competenze di coloro che prima di noi hanno raggiunto il traguardo».

 


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