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Vittime del Covid, Spazzafumo: «Lo sforzo collettivo ha riacceso la speranza, ma non dimentichiamo»

SAN BENEDETTO - Così il sindaco nella giornata che ricorda chi non ce l'ha fatta a causa del virus. «Nubi minacciose all’orizzonte, il nostro pensiero è rivolto all'Ucraina, il nostro cuore implora un po’ di quiete»
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Antonio Spazzafumo

Due anni fa, il 18 marzo, dalla città di Bergamo arrivavano le immagini della colonna di mezzi dell’Esercito italiano, impegnate nello spostamento di centinaia di bare verso crematori di mezza Italia.

Immagini terribili dei primi, durissimi mesi dell’emergenza, quando il virus imperversava tra la popolazione, mietendo vittime su vittime.

Il sindaco di San Benedetto, Antonio Spazzafumo, proprio oggi – giornata dedicata alle vittime del Covid – vuole ricordare il dolore, ma anche riaccendere la speranza.

«A distanza di due anni – dice – l’emergenza persiste, ma, soprattutto grazie al vaccino e alla risposta responsabile della stragrande maggioranza degli italiani, è stata ridotta e arginata al punto da permetterci di tornare a popolare spazi aperti e luoghi di aggregazione.

Questo traguardo non dev’essere dato per scontato.

Se oggi siamo qui a guardare con speranza al domani – prosegue il sindaco di San Benedetto  – lo dobbiamo ai sacrifici fatti da tutti durante i lockdown, agli sforzi che hanno sostenuto gli operatori sanitari e, ribadisco, alla maturità dimostrata da tutti i gli italiani.

 

Tutte componenti di un grande sforzo collettivo che ha permesso al nostro Paese di superare un durissimo periodo e di distinguersi agli occhi della comunità internazionale per i successi riportati.

E’ vero, vi sono altre nubi minacciose all’orizzonte, in questo momento il nostro pensiero è rivolto a quanto accade in Ucraina, il nostro cuore implora un po’ di quiete.

 

Ma oggi occorre fermarsi per un momento a ricordare tutti gli amici, i parenti e gli affetti che il Covid ci ha sottratto e, nel rivolgere a loro il nostro pensiero, riflettiamo sull’importanza di continuare a contrastare il diffondersi di questo virus e di qualsiasi altra malattia, osservando le corrette procedure sanitarie e comportandoci con responsabilità e senso civico, affinché, fintanto che sarà in nostro potere impedirlo, scene come quelle di Bergamo non si ripetano mai più».

 

 



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