Ucraina, dal gelato ai corsi di pallavolo: il Piceno apre le braccia alla popolazione vittima del conflitto
PROMOSSA dai maestri gelatai italiani, una delle iniziative per raccogliere fondi è stata abbracciata dalla Sorbetteria "Crème Glacée" di Fabio Bracciotti. La seconda è della Ciù Ciù Offida Volley e prevede l'accoglienza in palestra di ragazzi e bambini profughi
Mentre in Ucraina non si placa il conflitto, nel Piceno continuano le iniziative per aiutare la popolazione, vittima dei bombardamenti. Dal gelato alla pallavolo, come si può, si risponde ad appelli che arrivano da ogni parte.
Così a San Benedetto e Porto d’Ascoli, la Sorbetteria “Crème Glacée” di Fabio Bracciotti proporrà per la giornata di oggi, 19 marzo, in contemporanea in tutti i maestri gelatai italiani che hanno aderito, proporrà un gelato giallo e azzurro, dalla cui vendita saranno raccolti fondi per l’emergenza umanitaria e la prossima ricostruzione
«E’ un piccolo gesto – dichiarano gli organizzatori – non politico ma umano. Non vogliamo entrare nel merito dello scenario geopolitico e dare giudizi su chi abbia torto e chi ragione. Le guerre sono una perdita per l’umanità intera: sono famiglie lacerate, paesi distrutti, lutti quotidiani».
Il gusto giallo è aromatizzato con lo zafferano marchigiano e scorze di arancia candita e il gusto di colore blu ha come base un gelato allo yogurt in infusione di butterfly pea flower, una tisana ottenuta dall’infusione dei fiori blu di pisello farfalla essiccati, chiamata anche blue tea.
«Lo sport è un linguaggio universale ed è il modo migliore per i giovani di fare amicizie ed integrarsi»è lo slogan della Ciù Ciù Offida Volley che è pronta ad accogliere, gratuitamente, in palestra ragazzi e bambini che scappano con le loro famiglie dai luoghi della guerra per rifugiarsi nella nostra provincia, in un Paese in pace. Per gli allenamenti verranno naturalmente rispettate le norme anti Covid.
Il grande cuore dello sport torna a battere anche in questo momento difficile. Era accaduto anche dopo il sisma del 2016, quando alcune società sportive di Ascoli “adottarono” bambini delle zone del terremoto, mettendo a disposizione pulmini, prendendolo e riportandoli a casa per farli giocare al calcio, tanto per citare un esempio, negli impianti dell’A.S. Porta Romana all’ex Tirassegno.