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“Buon Vento”: «C’è tanto da fare per profughi ucraini»

SAN BENEDETTO - L’associazione civica nata all’inizio del 2022 da persone che hanno sostenuto la candidatura a sindaco di Canducci è rimasto unito. Sulle persone che scappano dalla guerra: «E' necessario accelerare le azioni di coordinamento affinché l’emergenza possa essere gestita nel migliore dei modi»
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Dalla passione per la politica all’impegno umanitario: si tratta di  “Buon Vento”, l’associazione civica nata all’inizio del 2022 dalla confluenza di molte persone che hanno sostenuto la candidatura a sindaco di Paolo Canducci alle ultime elezioni amministrative, a San Benedetto, per restare unito all’insegna del desiderio di impegnarsi nel sociale e nella cultura. Ed ora, per unire le energie a favore dei profughi ucraini che stanno iniziando ad arrivare in Riviera.

 

Gli associati ed i simpatizzanti  si sono riuniti presso l’Oratorio dei Frati francescani di Sant’Antonio a San Benedetto. Erano presenti anche i rappresentanti di altre associazioni di volontariato del territorio (Rotaract di San Benedetto e “I care” di Grottammare), con le quali si stanno gettando preziosi ponti di collaborazione.

«C’è tanto da fare e da dare – affermano gli attivisti di “Buon Vento” – c’è un’umanità disorientata da sostenere, ci sono famiglie spezzate che vanno aiutate nei loro bisogni materiali e nel loro inserimento sociale. Un lavoro di accoglienza complesso e delicato, che stiamo iniziando a compiere assieme alle altre forze solidali sul territorio, sotto il coordinamento del Comune».

Flavia Mandrelli, presidente dell’associazione, spiega: «E’ necessario accelerare le azioni di coordinamento affinché l’emergenza possa essere gestita nel migliore dei modi.

 

Mi auguro che la macchina comunale, che coordina il lavoro di accoglienza insieme a Prefettura e Protezione Civile riesca ad essere tempestiva nel gestire questo presente drammatico che deve trovare soluzioni immediate. Mi hanno molto colpita le parole di Julia, una ragazza ucraina sposata con un nostro concittadino che, su nostro invito, ha partecipato alla cena sociale della nostra associazione e ci ha fornito una testimonianza impressionante.

 

Le sue parole, dense di una liricità tragica, hanno interrogato le nostre coscienze: la malvagità dell’uomo è destinata a vincere? Chi è incaricato di fare il male, può ribellarsi e rifiutarsi di farlo? Sono interrogativi che ci scuotono e che ci persuadono ancora di più, nel nostro piccolo, ad aiutare il popolo ucraino. Per quanto ci è possibile, vorremmo anche appellarci al popolo russo: rimanete umani, persuadete i vostri governanti e i vostri militari a fermare la follia della guerra».



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