di Lino Manni
Una vittoria più sofferta di questa con il Pordenone non l’ho mai vista. Una vittoria rimediata, e potrei dire arrivata per caso, anche se la volontà per ottenerla da parte degli uomini di Sottil non è mai scesa. Un Ascoli positivo (se pensiamo al covid) ma poco incisivo (per quello che si è visto in campo), non convinto delle proprie forze. Tante assenze, tanti affaticati, reparti scollegati, e così il primo tempo induceva al… pisolino sul divano. Nella prima frazione di gioco si è visto tra poco e niente tanto che se si richiedeva il rimborso del biglietto era cosa più che lecita. L’unico brivido l’ha regalato Guarna, con un dribbling da mancato centravanti e un tiraccio di Iliev finito sulla curva sud, che probabilmente voleva emulare i ragazzini che giocavano a pallone davanti la chiesa di San Tommaso, alias “Lu Spiazz d’Ventura”. Insomma un primo tempo da lumaconi, a non farsi male, ma con un Ascoli forse consapevole di essere più forte ma meno concreto delle volte scorse. Nella ripresa la musica non cambia. Anzi a tratti è peggiorata. Una ostilità calcistica mai emersa con il Pordenone che forse si accontentava del pari per sperare ancora e con un Ascoli che voleva la vittoria per entrare in pompa magna in zona playoff ma senza forze. Quanta fatica. Si è giocato con lanci lunghi, alla “viva il parroco” ma di tiri in porta e parate dei portieri neanche l’ombra. Con i tifosi del picchio che hanno intonato “e facci un gol, e facci un gol, è la curva che te lo chiede…”, alla fine il gol è arrivato. Un gol davvero pesante, di testa, di Hulk Baschirotto complice il portiere del Pordenone indeciso tra uscire o rimanere tra i pali. Ha deciso per una via di mezzo e ha preso gol. Ma quanta fatica. Dopo 94 minuti i tre punti vanno all’Ascoli a cui probabilmente serviranno di più. Il Pordenone lo vedo molto male. Ora, però, mister ci vuole una cura rigenerante per poter affrontare i prossimi impegni e non soffrire, fino alla fine, come questa volta.
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