di Andrea Ferretti
Coordinatori di corteo, avanti tutta. La Quintana si sta organizzando anche sul fronte di quelli che fino a qualche anno fa venivano definiti “commissari di percorso”. Poi è arrivata la nuova denominazione che sgombera così il campo dai vari commissari che, a parte gli antichi gradi delle forze dell’ordine, ormai rimbalzano ovunque: ricostruzione, gestione discariche, provvisori incarichi politici. Decisamente meglio “coordinatori”.
Si comincia lunedì 4 aprile con il coreografo Mirko Isopi che chiama a raccolta una quarantina di quintanari. Dovranno essere al massimo cinque per Sestiere, più quelli del Gruppo Comunale che in questo caso ingloba anche i Castelli, per un totale di circa quaranta persone. Sono i comitati di Sestiere a fornire i nominativi che dovranno frequentare la… scuola di Quintana. Aspiranti coordinatori che al termine del corso riceveranno un attestato dopo essere passati al vaglio da una commissione composta oltre che dal coreografo anche dai quattro “maestri”: corteo, sbandieratori, musici, arcieri.
Gli incontri si terranno nell’Ufficio Quintana (pianoterra di Palazzo Arengo) e in alcune sedi di Sestiere. Ma non ci saranno solo i nuovi coordinatori, ma anche quelli che da anni svolgono questo compito nelle due Quintane e in tutte le manifestazioni che fanno da corollario alla rivocazione storica. Per questi ultimi il cosiddetto aggiornamento parte a inizio maggio per concludersi a metà giugno. Alla fine saranno ovviamente i Sestieri a scegliere i cinque (anche di più considerando la doppia edizione) che ricopriranno quel ruolo.
La figura del “commissario” venne introdotta a metà anni Ottanta quando l’allora Ente Quintana commissionò la realizzazione di dodici costumi per poi consegnarne due a Sestiere. Erano tutti uguali: neri con risvolti giallo-rossi (i colori del Comune) e lo stemma della città sul petto. Qualcuno (modificato) ancora resiste. Fu un esperimento parzialmente riuscito perché spesso è capitato (e capita tutt’ora) di vedere coordinatori sfilare e basta, non svolgendo o svolgendolo male il compito di tenere a bada la ciurma. Insomma, qualche “pecora nera” (come il colore del costume) non manca mai.
All’inizio della storia ci fu un altro esperimento che per fortuna durò solo un paio d’anni. Fu quello di dotare i “commissari” di walkie talkie, con i quali si tenevano in contatto con il coreografo. A parte la bestemmia storica, una scena del genere oggi sarebbe da prima serata a “Zelig”.
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