di Franco De Marco
Con quali visioni si presentano i due candidati alla presidenza della Fondazione Cassa di Risparmio di Ascoli Piceno? L’Organo di Indirizzo, il 29 prossimo, dovrà scegliere tra il commercialista Maurizio Frascarelli e l’imprenditore Mario Tassi. Gli aspiranti sono rimasti due dopo il ritiro del notaio Nazzareno Cappelli.
Cominciamo con Mario Tassi, 51 anni, laurea al Politecnico di Milano in Ingegneria elettrotecnica, esperienza più che decennale all’interno della Fondazione Carisap prima da presidente della Caffè Meletti srl, poi come socio dal 2013) e, attualmente, come componente dell’Organo di Indirizzo. L’imprenditore ascolano è vice presidente esecutivo dell’azienda di famiglia Elettropicena Sud (un secolo di storia), è coniugato con la signora Valeria e ha due figli, Beatrice di 17 anni ed Enrico di 15.
Quali sono le sue idee guida programmatiche e organizzative che proporrà all’Organo di Indirizzo per lo sviluppo dell’azione della Fondazione nei vari settori di intervento?
«La Fondazione, nel corso del tempo, grazie all’autorevolezza degli Organi, alla capacità di prendere decisioni, alla volontà di mettersi in gioco collaborando con il Terzo settore e gli enti pubblici, alle competenze e alla professionalità della struttura organizzativa, ha assunto un ruolo importante nella nostra comunità. I prossimi mesi assumeranno un significato particolare per la realizzazione del piano pluriennale 2023/2025. Sarà basilare proseguire nel percorso della costruzione di reti in un’ottica di sostenibilità.
Credo che sia urgente intervenire contro le disuguaglianze sociali anche creando nuove opportunità di lavoro. Importante anche sostenere il mondo del volontariato. Il PNRR e i fondi comunitari mettono a disposizione ingenti risorse pubbliche: la Fondazione insieme agli enti del territorio, pubblici e privati, dovrà essere capace di costruire grandi progettualità per intercettare risorse pubbliche e private che potranno avere ricadute importanti nella nostra comunità».
Nel futuro, dopo crisi, terremoto, pandemia e guerra, dobbiamo aspettarci più investimenti nel sociale, nella cultura o nell’economia?
«Personalmente opererò per assicurare un’importante attenzione ai temi del sociale, della cultura, dell’educazione e della sanità: settori significativi per la nostra comunità che richiedono risorse e investimenti. Grazie al coinvolgimento degli Organi della Fondazione, auspico tanto dialogo, confronto, apertura alle novità, possibilità di ascoltare e confrontarsi per comprendere i bisogni del territorio e le priorità di intervento per assumere decisioni condivise ed efficaci. Ci toccano da vicino altri temi specifici. Penso al declino demografico, allo spopolamento delle aree interne, alle crisi umanitarie, all’evoluzione del mercato del lavoro. Il nostro obiettivo sarà quello di ricercare e mettere in atto soluzioni innovative atte a migliorare la qualità della vita».
Se diventerà presidente, ha già individuato il possibile vice da proporre?
«Il vice presidente della Fondazione sarà scelto tra i membri che andranno a comporre il Consiglio di amministrazione. Coloro che si sono candidati a ricoprire questa carica sono figure di altissimo profilo umano e professionale. Non esprimo preferenze sulla scelta del vice presidente atteso che costituisce una prerogativa dell’Organo di indirizzo. Sono però consapevole della responsabilità e degli impegni che la carica di presidente comporta ed è per questo che ritengo che il futuro vice dovrà assicurare impegno, competenza e un’adeguata disponibilità di tempo per poter garantire un’ampia e proficua collaborazione».
Tra i progetti avviati nell’ultimo mandato, e ancora in itinere, ce n’è uno che ritiene abbia la maggior valenza?
«Negli ultimi anni sono stati ottenuti risultati importanti dalla Fondazione Carisap. Un grande impegno lavorativo ed organizzativo sarà richiesto dal progetto sociale PINQUA in collaborazione con il Comune di Ascoli. Positiva è la collaborazione avviata con la Fondazione Garrone sul tema dell’imprenditorialità nelle aree montane. Potranno sicuramente nascere nuove ed importanti opportunità progettuali sul tema dell’impresa. Importante è continuare a sostenere senza indugi l’esperienza della Bottega del Terzo Settore così come la coprogettazione attivata sui grandi temi della povertà economico-sociale, dell’assistenza domiciliare, dell’inserimento lavorativo per i diversamente abili. La collaborazione con il mondo universitario, inoltre, costituirà un punto strategico sui temi del lavoro, dello studio e della ricerca».
Può essere utile un tavolo permanente di consultazione con i Comuni e la Regione per l’individuazione e la proposta di progetti particolarmente significativi a beneficio del territorio?
«Negli anni la Fondazione ha cambiato veste: da ente erogatore è diventato un vero e proprio agente di sviluppo da intendersi come soggetto non portatore di interessi proprio ma di comunità. La strada da perseguire è quella del dialogo, del confronto, della collaborazione per costruire nuove opportunità e dove mettere a sistema capitali, risorse economiche, professionali, tecniche e progettuali. Se il territorio saprà darsi una visione unica e condivisa, sono certo che arriveranno risultati importanti di cui ne beneficeranno tutti. I tavoli e le commissioni sono utili se e solo se gli obiettivi sono chiari e se c’è voglia e passione di lavorare insieme per il bene comune. Noi siamo pronti».
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