Il 25 aprile celebra la Liberazione dell’Italia dal governo fascista e dall’occupazione nazista del Paese. Ma sembra che anche quest’anno, come avvenne un anno fa, il messaggio inviato agli studenti delle Marche dal direttore dell’Ufficio Scolastico Regionale (Usr) Marco Ugo Filisetti sia destinato a scatenare in nuovo vespaio di polemiche e discussioni a non finire.
Il nuovo messaggio lascia delle perplessità. Subito nel mirino un paio di passaggi in cui si fa riferimento ai conflitti tra gli italiani, dunque alla lotta partigiana («conflitto che in particolare ha visto gli italiani fronteggiarsi per le rispettive ragioni, giuste o sbagliate, per i rispettivi sogni, condivisibili o meno, ma di cui tutti si sentivano carichi»). Ma anche il passaggio in cui scrive che che la Costituzione «nacque con progetti ideali, lucidi, ispirati ad un alto senso di giustizia» ma anche che «nacque con il superamento delle antitesi disperate, delle demonizzazioni reciproche, ammettendo per tutti la propria storia, senza con ciò confondere il bene col male».
E continua: «Con il 25 aprile terminava così in Italia la seconda guerra mondiale che causò tra gli Italiani oltre 300mila caduti militari e 150mila civili: a tutti loro, unitamente ai Caduti di tutte le altre nazioni va il nostro commosso e reverente ricordo. Un immane conflitto che in particolare ha visto gli italiani fronteggiarsi per le rispettive ragioni, giuste o sbagliate, per i rispettivi sogni, condivisibili o meno, ma di cui tutti si sentivano carichi, dando luogo ad uno scontro marcato dal ferro e dal sangue, che ha diviso, frantumato il nostro popolo. Ma dopo la grande catastrofe, il “25 aprile” darà vita alla nuova Costituzione con progetti ideali, lucidi, ispirati ad un alto senso di giustizia, con il superamento delle antitesi disperate, delle demonizzazioni reciproche, ammettendo per tutti la propria storia, senza con ciò confondere il bene col male, ma riconoscendo il supremo valore della pace nel suo significato proprio, cioè dell’unione che salda armonicamente un popolo con la Pasqua, ossia “passando oltre” senza perdere memoria e ragioni del proprio passato. Con il “25 aprile” nasce la missione forte, ora affidata a voi nuove generazioni: non la fazione, non la setta, non i rancori, non gli odi dietro i quali i popoli si sfaldano, ma costruire la Comunità, per l’Italia di questo nuovo millennio. E quindi siate sempre uniti, pur nelle diverse idee, siate amicizia, strumento di una amicizia per cambiare la società, siate coraggiosi come solo la gioventù sa esserlo, date anima alla nostra Comunità nazionale e passione perché i progetti si realizzano se diventano passione, se diventano fede, se diventano destino».
Contro il messaggio Filisetti si è subito scagliato nel capoluogo regionale il consigliere di “Altra Idea di Città” di Ancona, Francesco Rubini:«Filisetti, direttore generale dell’Ufficio Scolastico Regionale per le Marche, ha colpito ancora. Questa volta con una lettera indecorosa in vista del 25 aprile. Del resto l’opera di revisionismo storico in atto nel paese è chiara ed altrettanto chiaro dovrà essere il nostro impegno contro questa deriva».
Interviene anche Cgil Marche, che non usa mezzi termini: «Filisetti ci riprova ancora con il suoi rigurgiti revisionisti. Deve essere stato proprio affezionato a ciò che ha scritto un anno fa visto che anche quest’anno ripropone tali e quali gli stessi antistorici messaggi nella lettera inviata oggi alle studentesse e agli studenti marchigiani in occasione del 25 Aprile, Giornata della Liberazione. A noi – aggiunge la Cgil – non resta quindi che ribadire ancora una volta quanto sia banale e stucchevole nella sua foga nostalgica e revisionista, visto che ormai a ogni anniversario sembra non voler perdere occasione per propugnare la sua retorica antistorica, continuando a mistificare la storia e tradendo proprio lo spirito della Costituzione. A tale proposito, vogliamo ricordare di nuovo al Direttore che quella repubblicana non è la “nuova” Costituzione ma “la” Costituzione, nata dalla Resistenza e dall’antifascismo.
Quel 25 aprile del 1945, con la sollevazione delle ultime città del nord Italia, mise fine al periodo più buio del nostro Paese. Un’Italia in ginocchio usciva cosi dalla tragedia e dalle devastazioni della guerra in cui fu trascinata, al fianco del nazismo, dalla follia del fascismo. Un regime – continua il sindacato – che calpestò le coscienze e le istituzioni e che lasciò una ferita profonda. Un ventennio in cui il fascismo cancellò diritti e libertà, dalle libertà di espressione politica, sindacale, di stampa, di associazione; con la repressione violenta degli oppositori politici; con le vergognose leggi razziali, con le deportazioni; con la guerra. Questo però Filisetti sembra non volerlo ammettere e parlando di “rispettive ragioni, giuste o sbagliate, rispettivi sogni, condivisibili o meno…” continua imperterrito a mettere sullo stesso piano chi lottava per la libertà e chi invece quella libertà l’aveva per decenni negata ad altri.
L’anno scorso – conclude la Cgil – abbiamo invitato il Direttore Filisetti a consigliare agli studenti marchigiani di studiare uno dei più grandi scrittori del nostro tempo, Italo Calvino e in particolare il suo primo romanzo, “Il Sentiero dei nidi di ragno”, quest’anno gli suggeriamo la biografia di Sandro Pertini che affermo chiaramente che “il fascismo non è un opinione: è un crimine”».
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